Dici Cozzo dici dolcetto

L’azienda Mario Cozzo produce dolcetto da quasi due secoli in quel di Dogliani, una delle zone di elezione di questo vitigno, al punto di aver ottenuto la Docg dall’annata 2011.
Per preparare al meglio l‘edizione 2019 della Guida Essenziale ai Vini d’Italia, dobbiamo necessariamente girar per territori, magari provando a scovare qualche produttore meno conosciuto ma meritevole, sfuggito alle maglie delle annate precedenti, e a tenerlo d’occhio per le edizioni future. Ecco, questa volte ci è andata bene e siamo a proporvi una famiglia di produttori di dolcetto che secondo noi merita essere raccontata.
Incominciamo con un po’ di storia: questa famiglia fa dolcetto da quasi due secoli, oggi siamo alla quinta generazione e probabilmente in zona, i Cozzo sono la famiglia di produttori con maggiore anzianità di servizio. Gestiscono 16 ettari vitati, 12 di proprietà e 4 in affitto, poco al di sotto dei 500 metri di altitudine, dove naturalmente il dolcetto la fa da padrone (70%) ma ci sono anche nebbiolo e freisa.
I corpi aziendali principali sono due: il Cascina Lasagna e il Cascina Braida. La proprietà è gestita da un fratello, una sorella, e da un figlio per ciascun ramo della famiglia. Abbiamo conosciuto Gian Luca de Maria, figlio della sorella, che in azienda segue principalmente gli aspetti enologici.
Tutti i vigneti sono a guyot tradizionali con fittezze d’impianto figlie del periodo di messa a dimora, quelle del cru Pregliasco sono su piede franco. Questo è un vigneto rinnovato relativamente di recente, ma utilizzando il materiale vegetale già esistente, mentre il vigneto dell’altro cru, il Dusin, ha cinquant’anni.
In questa prima visita abbiamo approfondito il dolcetto di Dogliani, che abbiamo affrontato in tre diverse etichette: Madonna delle Grazie, Dusin e Pregliasco, e di quest’ultima un’interessante verticale, dall’annata 2010 (allora il vino rientrava ancora sotto la vecchia classificazione, quindi non meravigliatevi della differente denominazione..) alla 2015. Mancano le note dell’annata 2014 perché non è stato prodotto.
Nel Dolcetto Madonna delle Grazie vanno le uve di quattro differenti vigneti, che vengono vinificate per 5-6 giorni sulle bucce e poi messi in acciaio ed in cemento vetrificato per 4-5 mesi. Si ottiene così un dolcetto più fresco, facile e pronto. Nei Dolcetto Dusin e Pregliasco vanno solo le uve degli omonimi vigneti, che stanno sulle bucce per circa 12 giorni e poi vengono messi in cemento vetrificato. Per 18 mesi il Dusin e per 24 mesi il Pregilasco. Gian Luca è un fanatico sostenitore del cemento vetrificato, trova sia unico nel tenere sotto controllo meglio tutte le varie possibili problematiche che via via potrebbero affacciarsi. I nostri assaggi sembrano dargli ragione.
Del Madonna delle Grazie ne producono 22.000 bottiglie, del Dusin 6.000, del Pregliasco solo 2.400. Vini che se li andate a comprare in enoteca li trovate a 9 euro il Madonna delle Grazie, 11 euro il Dusin e 16 euro il Pregliasco: prezzi davvero eccellenti.