Otello NerodiLambrusco 1813

Ripeto, ha fatto scuola e conosco almeno una decina di tentativi di replica, in varie aree anche prospicienti la provincia di Parma, come Mantova o Reggio Emilia, senza mai riuscirci. Riprendendo una tradizione che vuole il Lambrusco di Parma un Lambrusco “che macchia le tazze”, cosìè. E’ potente, ricco di materia, impenetrabile alla vista, con spuma vigorosa. Le asperità del Lambrusco, sempre come la tradizione della “bassa” vuole, vengono stemperate da un residuo zuccherino volutamente presente che va ad equilibrare un’acidità e carica tannica altrimenti ingestibile sensorialmente. Il suo bouquet fruttato è mitico, così come l’insieme di “disequilibri” tipici del Lambrusco, messi in equilibrio ad arte. Rimane un successo commerciale senza pari, incredibile compagno di viaggio nel peregrinare fra le eccellenze della terra parmigiana, dalle paste ripiene agli insaccati da sogno, dai mille derivati del suino ai lessi/stracotti/bolliti sontuosi.
Da uve lambrusco maestri.