Il Verdicchio top? Regge la passerella internazionale

Una mini verticale del Verdicchio dei Castelli di Jesi San Paolo di Pievalta ha dimostrato una volta di più come il Verdicchio sia un vino che regge splendidamente il decennio abbondante di vita.
All’interno dell’ultima edizione di Ein Prosit, che si è svolta a Udine a fine ottobre, ho avuto il privilegio di guidare una degustazione verticale di uno dei maggiori Verdicchio dei Castelli di Jesi di ultima generazione: la Riserva San Paolo di Pievalta. La degustazione, esigua per numero di millesimi ma significativa, ha confermato quello che la stampa specializzata italiana va ripetendo ormai da più di un decennio: il Verdicchio top regge la passerella internazionale.
Le annate in degustazione - 2013, 2012, 2009 e 2004 - infatti, non solo hanno dimostrato di essere tutte perfettamente in forma, ma hanno confermato che il grande Verdicchio necessita sempre di parecchi anni di vetro e di una temperatura di servizio mai troppo bassa, per dare il meglio di sé.
E così, se il 2013 comincia sul serio solo adesso a dimostrare tutto il suo enorme valore, promettendo un arco evolutivo ancora ventennale, e il 2012 è ancora insistito sulle note varietali, l’unico vino all’apice, che ha finito la sua parabola ascendente, è sembrato il 2004 (anche se lievemente segnato da una nota di legno che, a questo punto, non digerirà mai del tutto).
Ma, al netto della descrizione dei vari millesimi (che troverete a fine articolo) e della conferma dell’assoluto valore del San Paolo di Pievalta, l’impressione netta di chi scrive (condivisa da molti appassionati), assaggiando il Verdicchio contestualmente a top di Borgogna, Sherry, grandi Trento e grandi Nebbiolo, è stata quella di aver a che fare con un bianco che si trova a suo agio nei piani più alti del vino internazionale. Un bianco al quale occorre solo perdonare una certa ritrosia giovanile e un carattere che resta sostanzialmente difficile anche nelle interpretazioni più fini come il San Paolo di Pievalta. Ma si sa: spesso i caratteri difficili nascondono grandi doti.
Ma veniamo alla verticale, cui aggiungo la descrizione di altre tre annate (la difficile 2017, la 2016 e la 2015) che ho assaggiato in altri contesti, per ampliare la comprensione di questo vino.
Castelli di Jesi Verdicchio Classico Riserva San Paolo 2017
93/100 - € 18,50
Da uve verdicchio. Fermentazione spontanea. Il 75% del vino affina in acciaio, il 25% matura in botte grande. Paglierino scarico. Molto lento ad aprirsi ai profumi, poi arrivano felce, un tocco di pietra focaia e finocchio. Al palato è sottile e cadenzato, e a differenza di molte Riserve 2017 non a corto di succo.
Castelli di Jesi Verdicchio Classico Riserva San Paolo 2016
94/100 - € 17,00
Da uve verdicchio. Malolattica non svolta. Acciaio sui lieviti per 14 mesi. Verdolino luminoso. Il naso si presenta fruttato fine, con note agrumate di cedro, poi mela renetta, fiori di campo, mandorla fresca e lieve anice. Sapore elegante e teso, salino, di buon corpo, con finale molto persistente.
Castelli di Jesi Verdicchio Classico Riserva San Paolo 2015
94/100 - € 17,00
Da uve verdicchio. Malolattica non svolta. Affinamento in acciaio sui lieviti. Paglierino medio ma vivo. I profumi sono di mandorla dolce, agrumi, mentuccia. Al palato è affusolato ed estremamente saporito, profondo. Non era facile arrivare dopo l'indimenticabile versione 2013 (vedi oltre), rispetto alla quale questo 2015 ha una acidità un po' più asciutta.
Castelli di Jesi Verdicchio Classico Riserva San Paolo 2013
96/100 – € 17,00
Da uve verdicchio. Malolattica non svolta. Affinamento in acciaio sui lieviti. Paglierino vivo molto giovane e pieno di energia. Intenso, avvolgente e fine al naso, con cedro, anice e fiori di campo. Il palato è snello, di dinamismo e energia eccezionali. Finale profondissimo, sapido, particolarmente tenace, di agrumi e anice, un tocco di mandorla amara.
Si conferma uno dei più grandi bianchi marchigiani degli anni Dieci. Altri 20 anni davanti. Non ancora all’apice.
Castelli di Jesi Verdicchio Classico Riserva San Paolo 2012
92/100 – € 17,00
Da uve verdicchio. Malolattica non svolta. Affinamento in acciaio sui lieviti. Paglierino dorato medio, luminoso. Il profumo è leggermente più caldo rispetto al 2013, i riconoscimenti analoghi, appena meno agrumato. Il palato è più ricco e più amarognolo, si distende in maniera notevole, senza però sfoggiare l’energia terrificante del predecessore.
Almeno altri 10 anni davanti.
Castelli di Jesi Verdicchio Classico Riserva San Paolo 2009
88/100 – € 25,00
Da uve verdicchio. Malolattica parziale. Affinamento in acciaio sui lieviti. Paglierino dorato. Il naso fatica ad assestarsi, qualche limite di focalizzazione, una nota sulfurea che copre il carattere floreale e vegetale. Palato ottimo, pieno, su note di canfora, finale ammandorlato.
Castelli di Jesi Verdicchio Classico Riserva San Paolo 2004
90/100 – € 29,00
Da uve verdicchio. Malolattica non svolta. Affinamento in acciaio sui lieviti. Una piccola parte del vino è maturata in legno piccolo. Dorato vivo. Malto, brandy e burro di arachidi su un fondo di albicocca secca. Il palato è corposo, forte sulle note di burro di arachidi, il finale di frutta secca e senape.
Un vino con una bella vita ancora, molto piacevole da bere, ma un po’ segnato dal legno.
Organizzato come sempre impeccabilmente dal Co.Pro.Tur di Tarvisio con Maurizio Rusconi in prima linea, Ein Prosit rappresenta una chicca nel mondo della comunicazione dell’enogastronomia top.