Verdicchio Sabbionare, elogio della finezza

Degustazione verticale del Sabbionare Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore, un vino che si è confermato tra i più fini della denominazione), complice il terreno sabbioso dal quale proviene.
Finezza, esaltazione delle caratteristiche varietali del verdicchio e di ciascuna annata: sembrano questi, bicchiere alla mano, gli obiettivi che la famiglia Paolucci, proprietaria della azienda Sabbionare, si prefigge con la selezione di Verdicchio omonima.
Aiutati in cantina da decenni da Sergio Paolucci, uno degli enologi che conoscono più profondamente il Verdicchio e i Castelli di Jesi, e in vigna da Pierluigi Donna dello studio agronomico Sata di Brescia, giorni fa la famiglia Paolucci ha accolto in azienda a Montecarotto giornalisti ed esperti del settore. L’obiettivo, del tutto centrato, era quello di illustrare la filosofia produttiva aziendale, e valutare lo sviluppo in bottiglia di alcune annate del Verdicchio Sabbionare, selezione e vino più importante prodotto.
Un vino che si è confermato tra i più fini della denominazione (anche se si tratta di un pregio che non gli viene riconosciuto troppo spesso), complice il terreno sabbioso dal quale proviene. Complici - soprattutto - lo stile aziendale e il lavoro in vigna, che tendono ad esaltare profondità e beva.
“Il verdicchio è un vitigno semiaromatico, e va dunque preservato dal contatto con l’ossigeno. Però non bisogna nemmeno esagerare, pena avere nel bicchiere qualcosa di troppo simile al Sauvignon”, dice Paolucci. “Un altro nodo interpretativo da risolvere col verdicchio è il carattere amarognolo, che deve essere presente ma - anche qui - senza esagerazioni. La soluzione è adattare la pressatura alla caratteristica di ciascuna annata: un’operazione che va fatta bicchiere alla mano, seduta stante, con assaggi veloci e continui del mosto quando fuoriesce dalla pressa. I mosti successivamente vengono puliti in maniera un po’ grossolana, per poi andare in fermentazione a basse temperature.”
“Come si affronta il cambiamento climatico nei Castelli di Jesi?”, chiediamo.
“La soluzione è quella di creare ogni anno un’uva da base spumante, che nel caso di un’annata torrida verrà utilizzata per il taglio finale. Ovvio non basta una vendemmia anticipata, ma bisogna proprio impostare una parte della vigna alla produzione di basi spumanti. Altra cosa da fare è cambiare mentalità con la data di vendemmia. Non ha più senso attendere il momento giusto, pena il rischio di portare in cantina uve spesso scottate, ma occorre effettuare differenti vendemmie scalari, vinificare il vendemmiato separatamente e fare successivi tagli in cantina”.
Tutti i vini sono verdicchio 100%. Affinamento in acciaio.