Monfortino, verticale storica (3): la piena maturità

E' quasi sconcertante come, mantenendo i tratti distintivi di una maestria che si è tramandata di generazione in generazione, il Monfortino abbia mantenuto una cifra stilistica intelligibile nei decenni, fatta di eleganza, sobrietà, finezza ed equilibrio: equilibrio che, non smetterò mai di ripeterlo, è il vero segreto dei grandi vini. Monfortino non è mai stato un vino da grande estrazione cromatica. Monfortino nasce rosso relativamente tenue e continua imperterrito nei decenni a variare solo parzialmente le note di colore che lo caratterizzano, sfumandole su toni relativamente chiari. Con i decenni i profumi diventano leggiadri, eterei, soffusi, straordinariamente empatici, quasi orientaleggianti. L’acidità che sostiene questo fenomeno senza tempo è leggendaria e permette una freschezza impensabile anche con il trascorrere di lunghissimo tempo in bottiglia: il premio è emozione pura all’assaggio, quella che non dimenticherai mai nella tua relativamente breve vita di appassionato.
Il compendio dell’ultima parte di questa lunga carrellata di annate: il Monfortino ha una parabola evolutiva lunghissima, al limite dell’estenuante. Non basterebbero due generazioni a vederne la fine definitiva. Dall’esperienza diretta, inizia la sua lunga vita di dispensatore di godimento al decimo- quindicesimo anno; raggiunge l’apice, in grande annata, fra i quaranta e i sessanta anni e declina, lentissimamente fino al secolo di vita.