Henri Giraud il nuovo Blanc dall’anima black e il debutto dell’MV13

Nasce Blanc de Craie, il nuovo champagne da sole uve chardonnay, mentre il Fût de Chêne esce nella versione MultiVintage con a base l’annata 2013.
Aÿ è stata a lungo considerata la vera capitale dello Champagne, tanto che si ritiene che l’etimologia del nome di Epernay, dove oggi sorgono alcune delle più grandi e importanti Maison de Champagne, sia “Après Aÿ!” proprio ad indicarne l’importanza strategica. Al centro di Aÿ si trova l’antica maison familiare Henri Giraud, con una storia di vigna e vino che risale a quando la famiglia Hémart vi si stabilì nel 1628. Il binomio Giraud-Hémart diviene il vero catalizzatore dell’attività di produzione di bollicine, quando attorno alla metà del 700 Madeleine sposa Léon Giraud.
La Maison è oggi giunta alla 13esima generazione di vigneron con Emmanuelle, figlia di Claude Giraud, artefice del successo attuale e vero innovatore capace realizzare uno stile fondato sulla ricerca e l’armonia tra due territori, quello delle uve e quello dei legni di Argonne per la vinificazione. Al timone della cantina c’è oggi il genero Sebastien le Golvet, enologo che sta portando avanti la filosofia fondata sulla valorizzazione delle potenzialità dei terroir, prediligendo il pinot noir nelle espressioni di differenti parcelle in quasi 9 ettari di vigne Grand Cru di proprietà e di una selezione per quasi altrettanti 20 ettari in acquisto. La vinificazione è basata su una personalissima visione del ruolo del legno nelle diverse fasi, ponendo al centro l’importanza dell’utilizzo del solo rovere della foresta di Argonne (60 km a est di Reims) per le sue barrique.
Claude, enologo con studi in Borgogna, spiega la scelta affermando che “anche le foreste hanno un terroir come le vigne” e sottolinea che fino al 1950 c’erano oltre 180 fabbricanti di barrique in questa foresta dal suolo argilloso e con resti fossili, ma le produzioni di Champagne si sono orientate sempre più verso la vinificazione in inox attorno agli anni ’80, con la progressiva scomparsa dei tonnelier.
Dopo 20 anni di ricerca sugli effetti dei suoli e dei microclimi sugli alberi di quercia usati nella fabbricazione delle botti di rovere destinate alla vinificazione, Claude Giraud ha creato un vero e proprio sistema di tracciabilità del legno basata sui lieu dits della foresta di Argonne, associando ad ogni parcella di vigna un particolare legno. Complice la maturità delle uve, la vinificazione e la maturazione in legno danno alle uve tridimensionalità, senza sovraccaricare aromaticamente il vino con il goût de bois.
Claude Giraud acquista nuove barrique di Argonne ogni anno, legno noto per la sua struttura molto densa e dura dovuta alle querce centenarie da cui proviene. Da questa liaison tra vigna e foresta nasce nel 1990 Fût de Chêne, per 10 anni millesimato e da 4 edizioni un Multi Vintage, con al debutto quello basato sull’annata 2013, mentre era inedito finora il nuovo champagne da sole uve chardonnay, una cuvée che prende il nome Blanc de Craie e mostra come anche uno champagne blanc de blancs possa avere un carattere muscolare e intenso.
Blanc de Craie
93/100 - € 80
Da uve 100% chardonnay. Questo nuovo blanc de blancs di Giraud tiene le radici ben salde nel territorio di Aÿ, con un 55% delle uve provenienti da questo Grand Cru e il 45% proveniente da villaggi della Montagne de Reims. In questi villaggi lo strato di calcare gessoso (Craie) raggiunge uno spessore di oltre un centinaio di metri e conferisce alle uve quella vibrante energia che solo i grandi terroir hanno. La vinificazione avviene in botti di legno della foresta di Argonne per le uve di Aÿ, mentre il resto dello chardonnay fa solo inox, prima di maturare sui lieviti almeno 24 mesi.
Naso intenso e accattivante, con note di frutto della passione, mango e pesca croccante, erbe aromatiche e agrumi succosi, che anticipano un sorso fresco ma di grande struttura, con una ricchezza di burrosa frolla salata e un corpo rotondo dal finale saporito e vitale.
Fût de Chêne MV13
94/100 - € 150
Da uve 70% pinot noir e 30% chardonnay. Il manifesto dell’idea di Champagne secondo Claude Giraud. Una bottiglia peculiare con il tappo di sughero tenuto dalla graffa metallica della tradizione e la dominante del pinot noir, o meglio del clone petit pinot che trova il suo habitat tra i filari di Aÿ dal primo ‘800. Uve Grand Cru, di cui si usa non solo la prima pressatura ma anche la prima taille, a contribuire al vigore della struttura, e una fermentazione di 10 giorni in barrique nuove della foresta di Argonne dove il vino svolge la malolattica per poi affinare 12 mesi in legni nuovi solo per il 20%. All’annata di base dell’ultima vendemmia, il 2013, si aggiunge il 30% di vins de réserve conservati in legno e dopo 5 anni sui lieviti il dosaggio è a circa 7g/l.
Un profilo dall’opulenta profondità, armonie di fiori di sambuco e magnolia, miele di acacia, fichi caramellati, biscotti all’orzo e tabacco biondo. Il sorso è denso e generoso con mela golden, mirabelle in confettura e agrumi canditi, e ha una buona tensione mentolata dalla sottotraccia calcarea che bilancia la dinamica del sorso.
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14/06/13 | Redazione |