L’Italia non c’era ancora

Il Molise è un luogo magico dove solo chi ci è nato, se si mette in ascolto del vento, può sentire il ritmo di quella lontana danza che ha dato origine al nostro paese.
L’Italia non c’era ancora. Qualche guglia o pinnacolo di granito affiorava dalla superficie delle acque. Il Monte Bianco, il Monte Rosa e il Gran Paradiso, sporgendosi appena dai fondali marini, come vedette in allerta, ne preannunciavano la nascita.
Diverse isole affioranti si andavano gradualmente allineando, per congiungersi e formare una lunga striscia continua con numerose sporgenze e rientranze, altre si distinguevano da soliste a misurata distanza, altre ancora si disponevano a semicerchio, primo cenno dell’arco alpino.
Una danza scandita secondo tempi geologici vertiginosi, fino a portare a compimento quella sublime figurazione scenica che si sarebbe chiamata “Italia”.
Una coreografia il cui imprinting proveniente dal passato continua ad agire sul presente nonostante gli incessanti interventi di trasformazione operati da parte dell’uomo.
Se ne ha percezione diretta specialmente nei luoghi isolati e distanti dal resto del mondo. Il geologo esperto riconosce i “resti”, le “linee più profonde e tenaci” delle diverse formazioni rocciose. Il Molise già solo per questo è una benedizione!
Una regione strettamente montuosa, costellata da numerosi siti geologici di raro interesse scientifico e valore scenico, dove sono attivi importanti processi carsici, numerose emergenze sorgive, polle d’acqua d’incomparabile purezza e freschezza.
Un’area ad elevata biodiversità tra cerrete e faggete che talora lasciano il posto a nuclei di abete bianco, pure abetine autoctone.
Un sipario che più volte si apre su pascoli e praterie d’alta quota dove ancora si riconoscono le vie d’erba degli antichi tratturi. L’aria profumata e fresca nei giorni estivi intercetta, come le ali di un’aquila, le brezze dei mari vicini.
“La regione geografica dell’Alto Molise è tra le più segrete d’Italia…è fondamentalmente naturale, avendovi l’uomo impresso solo precariamente la propria orma”. A dare senso compiutamente felice alle venuste parole di Lucio Bucci (1984) sono gli abitanti stessi di questa terra, mai vinti o sottomessi da nessun principe, re o imperatore di passaggio, perché già loro stessi di natura regale. Titolari del regno pastorale-agricolo più esclusivo al mondo!
Persone di cuore e generosissime. C’è un patto di sangue stabilito tra quelle rocce, te ne accorgi quando stai con loro, anche se capiti per breve tempo come è successo a me, fortunato ospite nella città capoluogo di Campobasso.
Tutta da vedere senza esitazione: il borgo medievale col suo castello in cima, le straordinarie chiese romaniche, il Museo Sannitico e il Museo dei Misteri, dandosi tempo di sostare per le strade e di guardarsi intorno.
Ma è con Dora Formato e suo marito Gabriele Di Blasio che ti devi incontrare, ascoltare i loro racconti, sentirli parlare delle meraviglie che hanno in enoteca, vini e oli stupendi, tutte le varietà di pasta molisana, gli spaghetti più buoni al mondo, tartufi della zona, i formaggi inarrivabili, il miele e le marmellate artigianali, l’olio stupendo di Venafro tanto amato da Orazio, più di una buonissima Tintilia, vino e vitigno di spessore e valenza assolute.
Dora è tecnologa alimentare e sommelier responsabile FIS-Fondazione Italiana Sommelier del Molise. In lei passione e conoscenza sono contagiosi e lo capisci guardando negli occhi i suoi corsisti affezionati che vorresti conoscere uno per uno. Nel loro sguardo c’è l’immagine di quella speciale regione incastonata tra Campania Puglia Lazio e Abruzzo, cuore del Mediterraneo, un vero gioiello, “quasi rubin che oro circoscrive”. Par. XXX 66.
Il riflesso di un luogo magico dove solo chi ci è nato, se si mette in ascolto del vento, può sentire i passi e il ritmo di quella lontana danza che ha dato origine al nostro paese.