Una rinascita felice

Alta Sabina, in provincia di Rieti, un luogo non distante dalla capitale romana, famoso più per l’olio e per il bellissimo paesaggio che per i vini. Nel centro del paesino di Rocca Sinibalda si erge un bellissimo Castello, originario dell’anno mille e trasformato in vera e propria fortezza per il Cardinale Alessandro Cesarini. Dopo la seconda guerra mondiale divenne proprietà di Caresse Crosby, una scrittrice ed editrice americana, molto intraprendente (famosa anche per aver inventato il reggiseno moderno), e si trasformò così in sede per colonie di artisti, fino alla morte della proprietaria nel 1970.
Nel 1975 un agronomo britannico, Colin Fraser, armato di coraggio e lungimiranza, decise di investire in questo terreno che si trova a 600 metri di altitudine con un clima dalle forti escursioni termiche e un terreno sassoso, che drena naturalmente. Riuscì a creare un bellissimo vigneto, molto scosceso, dal quale ricavò grandi soddisfazioni, e un’ampia esperienza che descrisse nel suo libro Working with Bacchus.
A innamorarsi del progetto e della sua qualità fu poi Kika Santaroni, originaria dell’Oltrepò Pavese, moglie di un avvocato romano e donna dal carattere forte e deciso, che diede alla Tenuta una seconda rinascita, proprio come suggerisce il suo nome “Poggio Fenice”. Rilevò, nel 1992, l’appezzamento di circa 5 vitati, per dedicarcisi a tutto tondo. Partì proprio dalla cura della terra e del vigneto, con importanti lavori di reimpianto e ristrutturazioni enologiche, e per trovare l’eccellenza in cantina scelse una giovane ma già esperta enologa, Chiara di Lullo.
Creano ad oggi due principali Igt Laziali, un bianco con 100% di sauvignon, l’Alaia, ed un rosso chiamato Nibbio.
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