Bianchi di montagna

Vini che nascono in alta quota, in condizioni di coltivazione estreme, in ambienti incontaminati. Vini freschi e affilati, agili e originali.
In contrapposizione ai rossi di mare che abbiamo visto due settimane fa, vogliamo dare un’occhiata oggi a quei vini bianchi che nascono in alta quota, da vigneti coltivati in condizioni quasi estreme. In questo caso è facile, quasi scontato parlare di viticoltura eroica, perché quasi sempre a considerevoli altitudini si aggiungono pendenze notevoli, rendendo di fatto estremamente complessa la lavorazione delle vigne. In alternativa, troviamo piccolissimi terrazzamenti sostenuti da muri a secco, vere opere d’arte che costituiscono parte integrante del nostro patrimonio paesaggistico e culturale, e che sono anch’essi di difficile lavorazione.
I terreni di montagna adatti alla coltivazione della vite sono soprattutto quei pendii esposti a sud, poco adatti a qualsiasi altra coltivazione e al pascolo. Spesso, soprattutto nelle zone meno famose (quali sono invece, per i vini di montagna, Alto Adige e Valle d’Aosta) vi si trovano vitigni indigeni molto rari, praticamente scomparsi altrove, salvati proprio dall’impossibilità fisica di fare grandi produzioni.
Quali sono le similitudini tra i diversi vigneti montani? Innanzitutto l’ambiente praticamente incontaminato e l’aria pura, dovuta alla lontananza dallo smog delle città e delle pianure. Poi la luce cristallina, che aiuta le piante nella fotosintesi, e la ventilazione, generalmente più accentuata che a quote inferiori, che agevola la salubrità dei vigneti. Ulteriore elemento da considerare è l’escursione termica, che in montagna è maggiore e che favorisce la formazione di aromi nelle uve.
Certo, con i pro esistono anche i contro, come i rischi climatici dovuti a piogge torrenziali o addirittura a grandine, ma con i cambiamenti climatici in atto questo è vero ormai un po’ ovunque e l’innalzamento delle temperature potrebbe avere un ottimo contraltare nell’innalzamento delle quote di produzione.
Iniziamo la nostra carrellata dal vino prodotto più in basso, ma comunque alla ragguardevole altitudine di 800 metri.
Campania Arenara 2017 Agricola Cianciulli
93/100 - € 22,00
I fratelli Michele e Pino Cianciulli producono questo solo vino (4.500 bottiglie) in 2,5 ettari di vigna. Da uve fiano coltivate a 800 metri di altezza in agricoltura integrata in alta Irpinia. Acciaio.
Giallo paglierino. Olfatto fine e floreale, erbe di campo, cedro e iodio. In bocca è teso, nervoso e di grande dinamismo. Buona progressione con un finale salino e molto persistente.
Sopraquota 900 2018 Rosset Terroir
93/100 - € 38
Da un vigneto di quasi 30 anni oltre i 900 metri nasce questo blend di uve che in azienda non vogliono svelare. Le vendemmie sono separate e i vini maturano parte in anfora, parte in orcio, parte in barrique e parte in acciaio.
Paglierino brillante, un olfatto complesso tra frutta bianca, pesca e nespole, e il floreale che accenna al giallo senza eccessi. Trama gustativa serrata, progressione ampia e consistente con una salinità che rende la beva agile e molto saporita. Finale di grande persistenza.
Valledolmo Contea di Sclafani Shiarà 2017 Castellucci Miano
96/100 - € 22,00
Castellucci Miano significa 75 ettari di vigneto nel territorio di Valledolmo, alle pendici delle Madonie, con vigneti divisi in appezzamenti anche minuscoli. Lo Shiarà nasce da uve catarratto delle vigne più vecchie, alberelli coltivati tra i 900 e i 1.000 metri. Solo acciaio sui lieviti per 6 mesi.
Paglierino brillante con riflessi verdini. Naso intenso e molto fine, fresco e quasi affilato con cedro, kiwi, erbe aromatiche, lievi cenni di frutta tropicale e sottofondo appena fumé. Fresco e saporito all’assaggio, torna la frutta esotica, elegante, teso, agile e dal finale energico. Ottimo vino.
Vigneti delle Dolomiti Johanniter Vin de la Neu 2017 Vin de la Neu
92/100 - € 98
Da un vigneto posto a 1.000 metri in Val di Non nasce questo “vino della neve”. Da uve johanniter (varietà resistente) coltivate ad alberello e vendemmiate a metà ottobre. Fermenta in legno e matura 12 mesi in barrique sui lieviti.
Paglierino con riflessi verdolini, mostra un olfatto nitido e intenso su pesca bianca, nespola, poi un tocco di pino e il bosso. Trama gustativa elegante, verticale e dinamica, con la nota sapida che ben sostiene la beva e approda al finale levigato e molto persistente.
AA Müller Thurgau Feldmarschall von Fenner 2017 Tiefenbrunner
96/100 - € 22,00
I 3 ettari sul monte Favogna, nella bassa atesina, a 1.000 metri di altitudine, rappresentano il terreno di coltivazione di uve müller thurgau più alto d’Europa. Da qui provengono le uve per questo vino che matura metà in acciaio e metà in botte grande per 12 mesi.
Paglierino brillante. I profumi sono complessi di zafferano, erbe aromatiche e pietra focaia. La bocca è concentrata, ma agile, scattante e di grande integrità. Il finale è lunghissimo e iodato.
Terre Siciliane Mareneve 2017 Federico Graziani
91/100 - € 35
Siamo sull’Etna, al di sopra della zona Doc. Da un vigneto sperimentale in località Contrada Nave, Bronte, a 1.200 metri d’altezza. Da uve riesling, gewürztraminer e grecanico con un piccolo saldo di chenin blanc e carricante. Affina in acciaio sulle fecce fini per 6 mesi.
Paglierino brillante con sfumature verdoline. All’olfatto è intenso, fine e complesso con mela matura, cedro, sorba, sentori di pietra focaia e una leggera nota di amaretti. Il sorso è molto fresco, compatto, ben strutturato, salino e lunghissimo.