Rossese di Dolceacqua Posaú. Liguria montanara (2)

Prosegue oggi l’intervista a Giovanna Maccario iniziata ieri (leggi qui) e, a seguire, la degustazione verticale del suo Rossese di Dolceacqua Posaú.
DoctorWine: che cosa pensa del nuovo disciplinare del 2011 e come ha risposto il mercato?
Giovanna Maccario: è stato fatto direttamente da noi produttori e ne sono contenta. Per lo meno abbiamo escluso la possibilità di vinificare e imbottigliare fuori zona: in questo modo abbiamo evitato di far immettere sul mercato tanti Rossese – diciamo così– "poco verificabili".
DW: c’è stato anche un fiorire in etichetta dei nomi dei cru, le cosiddette menzioni geografiche aggiuntive, e la cosa ha trasmesso una immagine molto borgognona.
GM: l'uso delle menzioni ci ha permesso di rimettere il nome del vigneto in etichetta e per noi è un vanto. I vini qui si sono sempre distinti storicamente con il nome del vigneto. Quando erano buoni. È storia dunque.
DW: viticoltura eroica, zona ricca con turismo ricco: uno si aspetterebbe un vino costoso.
GM: con le rese basse che abbiamo ricchi non potremo mai diventare! Consideri che ogni operazione in vigna ha una percentuale altissima di manodopera. Di sicuro sarebbe più remunerativo coltivare fiori. E poi non esiste più il turismo ricco di un tempo, almeno qui da noi. E comunque pare che le due cose non collimino (ride).
DW: quali sono i mercati principali per Maccario Dringenberg?
GM: i miei mercati sono per una buona metà quello italiano e per l'altra metà - destinata a crescere - l'estero: Stati Uniti, Giappone, Norvegia, Cecoslovacchia, Svizzera, Belgio.
Vediamo adesso gli esiti della degustazione. Tutti i vini sono da uve rossese 95% e massarda 5%. Affinamento in acciaio.