Nittardi, se il vino è arte (2)

E veniamo oggi ai fuochi d'artificio. Perché della verticale di cui raccontavo ieri. i vini migliori sono quelli di cui parlo oggi. Sono due vini molto diversi tra loro, il primo - il Chianti Classico Riserva Selezionata Nittardi - con l'austerità e la freschezza del sangiovese, il secondo - il Nectar Dei Maremma Toscana Igt - con la rotondità e la potenza dei tagli bordolesi mediterranei.
E veniamo alle tappe principali nella vita di questi due vini, partendo dalla Riserva di Chianti Classico. Prima annata prodotta la 1985, in maniera un po' pioneristica. Con il sangiovese c'era un 10% di altre uve e la maturazione era tra il cemento e il castagno, ovviamente botti grandi. Il primo cambiamento vero è del 1995, quando si utilizza la nuova cantina e si sperimentano le prime barrique. Nel 1999 entra nel blend un saldo di merlot e si passa all'uso esclusivo delle barrique, gradualmente sostituite dai tonneau da 500 litri, fino ad arrivare alla fisionomia attuale: sangiovese con 5% di merlot, tonneau per 24 mesi, ulteriori 6 mesi in cemento, quindi bottiglia.

E veniamo adesso alle annate dei due vini che mi sono piaciute di più. Del Chianti Classico ne ho scelta una per decade, per il Nectar Dei quelle che a mio gusto erano le migliori. Per la cronaca, le bottiglie erano magnum.