Il Chiaretto che verrà

di Sissi Baratella 09/01/19
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Sissi Baratella il chiaretto che verrà

Confronto alla cieca tra rosati di Italia/Francia e considerazioni sull’annata 2018.

Con l’evento “il Chiaretto che verrà”, tenutosi a Bardolino (VR), sul Lago di Garda, lo scorso 10 dicembre, il Consorzio di Tutela Chiaretto e Bardolino ha spostato l’attenzione sul futuro di questo vino non solo in termini di prossima annata, per di più non ancora in bottiglia, ma anche fornendo interessanti spunti di riflessione sulla strada che dovrà intraprendere negli anni a venire.

Complice la vocazione di Angelo Peretti per i vini rosati e la sua predisposizione a osare nei confronti del Chiaretto, il Consorzio, nel corso dell’evento, ha organizzato per la stampa specializzata una degustazione alla cieca di nove vini rosati 2017, di cui sei francesi e tre Chiaretto.

Vi dico subito, anche se non era proprio una gara, che ha vinto la Francia, aggiungo però… per ora!

Vediamo come è andata, ecco i vini alla cieca nel loro ordine di degustazione; le bottiglie sono state private di qualsiasi riferimento, servite coperte in batterie da tre. Ho indicato la top 3 assoluta (c’è un pari merito) che è emersa dopo che, al termine della degustazione, ci è stato chiesto di assegnare un grado di piacevolezza a ogni vino.

Hanno partecipato alla degustazione 19 giornalisti, la "giuria speciale" di questo incontro.

Ed ecco i vini:

- Coteaux d'Aix en Provence Rosé Classique Vallon des Anges 2017 Domaine de Valdition (cinsault, grenache) - 3° classificato

- Bardolino Chiaretto Baldovino 2017 Tenuta La Presa (corvina, rondinella)

- Côtes de Provence Cru Classé Rosé 2017 Château Sainte Marguerite (grenache, cinsault, syrah)

- Côtes du Roussillon Rosé La Grande Cuvée 2017 Domaine Lafage (grenache gris, mourvèdre) - 1° classificato, pari merito

- Patrimonio Rosé 2017 Domaine Yves Leccia (nielluciu, grenache)

- Bardolino Chiaretto 2017 Gentili (corvina, rondinella)

- Bardolino Chiaretto Classico Biologico 2017 Villa Cordevigo - Vigneti Villabella (corvina, rondinella)

- Languedoc Prestige Rosé 2017 Château Puech Haut (grenache, cinsault) - 1° classificato, pari merito

- Côtes du Rhône Rosé 2017 Xavier Vignon (mourvèdre, cinsault, grenache, syrah) - 2° classificato

Anche se il podio è sfacciatamente francese, ciò che conta  è che i Chiaretto non sono andati male, erano lì, distanti pochi punti. Parlando di futuro cosa fare quindi per guadagnare terreno e acquisire ancora più notorietà nel panorama internazionale dei pink wines? Le soluzioni più credibili sembrano essere due:

In primo luogo serve un cambio di mentalità.

“Il vino rosato deve partire dalla vigna”, lo afferma il direttore del Consorzio Angelo Peretti sottolineando il differente approccio italiano e francese nei confronti del vino rosato. L’invito rivolto ai produttori è quindi quello di destinare, nell’ottica di valorizzare entrambi i vini, alcuni vigneti solo alla produzione di Chiaretto e altri solo alla produzione di Bardolino.

In secondo luogo una presa di coscienza.

Doveroso è sottolineare l’importanza della scelta della varietà d’uva, non a caso grenache per la Francia e corvina per il Chiaretto la fanno da padrone, ergo: non tutte le uve rosse sono adatte alla produzione anche di grandi vini rosati.

Questi due accorgimenti credo bastino (la faccio facile) per ottenere risultati degni di nota non solo sulla qualità immediata del vino ma, auspicabilmente, anche sulla longevità dello stesso, caratteristica che al momento è parsa più retaggio dei rosati d'oltralpe che dei Chiaretto.

Verrebbe da chiedersi se sarà ancora un vino di pronta beva, fresco e estivo. “Certo che sì - cito sempre Peretti - continueremo ad apprezzarlo anche d’estate, ghiacciato, con una pizza e magari nella sua versione frizzante, un’espressione di Chiaretto che giocherà un ruolo sempre più da protagonista in futuro”.

Sperando nel futuro più rosa possibile (scusate il gioco di parole) per questo vino in cui io, lo ammetto, credo molto, concludo con le considerazioni sull’annata 2018, ovvero “il Chiaretto che verrà”.

2018: da considerarsi complessivamente una buona annata. Germogliamento e fioritura hanno trovato il giusto equilibrio, le temperature sono risultate sopra la media così come le piogge sono state più abbondanti, mettendo leggermente in difficoltà i produttori con i trattamenti. Bollettini periodici venivano regolarmente condivisi tra Consorzio e produttori in un clima di confronto e supporto costanti. Sereno è stato invece il meteo al momento della raccolta, leggermente anticipata, permettendo di portare in cantina uve sane e mature. (fonte: Dott. Agr. Andrea Vantini, Responsabile Area Tecnica Consorzio di Tutela del Chiaretto e del Bardolino).





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