Un sentito ricordo dell’enologa Gabriella Tani

Il mese scorso l'enologa Gabriella Tani se ne è andata da questa terra, senza clamore, in totale solitudine e con il garbo che da sempre ha contraddistinto la sua vita. La ricorda un amico produttore che preferisce rimanere anonimo, ma che vuole tributare il suo omaggio a questa figura che tanto ha dato all'enologia toscana e che non può sparire nell’indifferenza e nel silenzio collettivo.
"Gabriella Tani ci ha lasciato, un brutto male se l’è portata via a 64 anni privando noi tutti di una agronoma enologa di grande talento e me, di una grande e sincera amica. Gabriella se ne è andata in punta di piedi, senza clamore, in maniera riservata, come riservata è stata tutta la sua vita, personale e professionale. Mai fuori posto, sempre discreta ha collaborato con me sin dalla nascita della mia azienda viti-vinicola 30 anni orsono. Per me, allora giovane produttore inesperto, ha rappresentato l’alter ego erudito, pratico, con i piedi ben puntati per terra. Una figura indispensabile per raggiungere gli obbiettivi che mi ero proposto e che sono coscio devo tanto a lei.
Allieva di Vittorio Fiore, altro grande agronomo ed enologo chiantigiano, riuscì nel tempo con grande pazienza a gestire il mio irruente entusiasmo attraverso il rigore e la praticità, ma senza mai usare forzature o dogmi, circostanziando sempre procedure ed interventi enologici come si conviene al “Consulente” che è padrone della materia non soltanto perché l’ha studiata, ma perché l’ha profondamente compresa. Laureata in Scienze Agrarie con master in enologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, Gabriella Tani nel 1993 cominciò a collaborare con la mia azienda, che, a parte il grande entusiasmo e la determinata volontà, non possedeva grandi mezzi. Gabriella non lo fece mai pesare, aveva la capacità di ottenere tanto con poco per la sua padronanza della materia per quella innata sensibilità per vini equilibrati ed eleganti che le consentiva di domare l’aggressività del Sangiovese conferendogli piacevolezza e morbidezza senza necessariamente usare mezzi tecnologici o processi sofisticati, affidandosi esclusivamente al rigore in vigna e alla competenza in cantina; con la sua professionalità, ma soprattutto con la sua passione, gettò le basi per addomesticare finalmente il Sangiovese conferendo l’eleganza che si doveva ad uno dei vitigni più nobili e più complessi del nostro grande Paese; premessa indispensabile per me, neofita di questo meraviglioso mestiere, di fare le cose perbene ed ottenere i risultati sperati.
Ha collaborato con me fino al 2013, quando sfinita da un mondo, quello enologico, diventato troppo presenzialista e spesso autoreferenziale, si ritirò in buon ordine in un piccolo paesino della Bretagna, ma senza mai abbandonare per questo la grande passione per per il vino toscano, cimentandosi in una opera di divulgazioni e valorizzazione della qualità del Sangiovese e di quel vino che più di tutti ne incarna l’essenza e la tipicità: il suo amato Chianti Classico.
Mi manchi tanto Gabriella, come amica e come enologa, ma sono sicuro che mancherai tanto anche all’enologia toscana, per la tua classe, per il modo raffinato che hai avuto di intendere uno dei vini più importanti e più antichi al mondo, facendo giustizia ad un vitigno, il Sangiovese, che pur essendo l’anima della più antica e importante denominazione, il chianti Classico, con il tuo talento hai tanto contribuito a valorizzare e far apprezzare nel mondo.
Che la terra ti sia lieve amica mia."