Toscana, regione vinicola più conosciuta dai consumatori Usa

di Redazione 22/02/22
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Toscana regione vinicola più conosciuta dai consumatori Usa

Secondo un’indagine di Wine Intelligence, per gli statunitensi la Toscana è il territorio del vino più conosciuto, prima di Champagne, Bordeaux o Borgogna, seconda solo alla locale Napa Valley.

Secondo le anticipazioni del report di Wine Intelligence, la Toscana – seconda solo alla locale Napa Valley - è conosciuta dal 58% dei consumatori Usa, davanti nell’ordine alle “regioni enologiche” dello Champagne (51%), del Bordeaux (50%), della Borgogna (47%) e della Sicilia (41%). Il Brunello di Montalcino vanta una notorietà al 7% con un altissimo livello di fidelizzazione sul fronte dei cluster dei consumatori Usa individuati dall’istituto di ricerca legati agli appassionati di vino, millennial urbani dell’upper class (reddito oltre i 100mila dollari), dove il grado di conoscenza è praticamente raddoppiato (13%).

Il dato sale notevolmente nella conversione all’acquisto: gli americani che conoscono il Brunello, nel 30% dei casi lo acquistano, ed è uno dei valori più alti in assoluto, secondo - tra gli italiani - al solo Prosecco (31%). E, anche in questo caso, di gran lunga davanti ai principali competitor francesi superpremium, con quote attorno al 20%.

In generale, secondo il rapporto, il vino italiano dopo quello californiano è il più conosciuto a pari merito con quello francese (69%), seguiti a distanza dalla Spagna (58%) e dall’Australia (43%). All’atto dell’acquisto, l’Italia stacca però i francesi in virtù di una maggior numerosità nei consumi da parte della Generazione Z (21-24 anni) e dei Millennials (25-39 anni) in particolare di Miami, New York City e San Francisco. E proprio i Millennials si rivelano la fascia di età più dedita ai consumi di Brunello, con i ‘Generation Treaters’ (millennials urbani benestanti) in fortissima ascesa e con una capacità di spesa che supera i 75 dollari a bottiglia, da consumarsi soprattutto fuori casa o da portare come regalo alle cene da amici.

L’indagine, commissionata dal Consorzio del vino Brunello di Montalcino, precede l’edizione statunitense di Benvenuto Brunello. “L’obiettivo – ha detto il presidente del Consorzio, Fabrizio Bindocci – è consolidare la presenza nel nostro primo mercato di sbocco al mondo, con una quota export che supera il 30% del totale. Lo scorso anno – ha aggiunto - i rossi toscani negli States hanno registrato un balzo senza precedenti delle vendite, in aumento del 26% a valore, con il Brunello - assieme alle principali denominazioni regionali - portabandiera dell’Italian style Oltreoceano”.

L’appuntamento per l’anteprima 2017 e la Riserva 2016 del principe dei rossi toscani è sulla Quinta Strada di New York, dove al Midtown Loft & Terrace oltre 50 produttori montalcinesi hanno dato appuntamento a circa 300 operatori del trade a stelle e strisce. In degustazione nei calici riservati agli operatori del trade nella due giorni di evento (23 e 24 febbraio), oltre al Brunello 2017 e alla Riserva 2016, anche il Rosso di Montalcino 2020.

Anche il Consorzio del Chianti Classico torna negli Stati Uniti, dopo due anni di attività on line. Lunedì 28 febbraio, una sessantina di aziende del Gallo Nero sbarcheranno a New York per presentare, nella cornice del prestigioso Altman Building, il meglio della loro produzione enologica: i Chianti Classico Annata, Riserva e Gran Selezione. 

L’occasione servirà al Consorzio per presentare al mercato americano il nuovo progetto delle Unità Geografiche Aggiuntive del Chianti Classico che prevede la suddivisione del territorio di produzione in aree più ristrette e dotate di maggiore omogeneità, per arrivare ad indicare in etichetta il nome del borgo o villaggio. Fra gli obiettivi del progetto, quello di rafforzare la comunicazione del binomio vino-territorio, aumentare la qualità in termini di identità e territorialità, consentire al consumatore di conoscere la provenienza delle uve e, non ultimo, stimolare la domanda attraverso un’offerta sempre di più differenziata.

 “Sono davvero felice di tornare a New York con le nostre aziende e poter spiegare, attraverso il progetto delle UGA, lo stretto legame che esiste fra i vini del Gallo Nero e il luogo in  cui essi sono prodotti - commenta Giovanni Manetti, Presidente del Consorzio -. Come ho sempre detto, il vino rispecchia il territorio come un’immagine fotografica in negativo, e per questo è così importante sia preservare il suo contesto ambientale e paesaggistico che poterlo raccontare al consumatore, nelle sue varie sfaccettature, anche attraverso l’etichetta”.





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