Riparte con stile il Vino della Pace

Una cantina la cui sede è in “via Vino della Pace”, non poteva che riprendere e rinnovare il prodotto simbolo che da decenni l'ha fatta conoscere nel mondo.
«Dopo alcuni anni di arresto, ho subito voluto far ripartire il Vino della Pace - ha spiegato il nuovo direttore generale della Cantina Cormons Alessandro Dal Zovo -, conosciuto ovunque, ma inarrivabile. Proveniva dalla Vigna del Mondo ed era regalato ai Capi di Stato. D’ora in poi sarà fatto con un blend dei nostri migliori vini bianchi e messo in vendita, oltre che essere messaggio di fratellanza tra i popoli».
È così che l'assemblaggio di tre varietà autoctone - malvasia, ribolla e friulano - più pinot bianco e chardonnay fa del nuovo Vino della Pace un prodotto di punta della Cantina. Ne è nato un ottimo vino, selezionato fra le migliori uve del raccolto 2017, vendemmiate durante la seconda e terza maturazione (metà/fine settembre), dal gusto pieno, morbido e rotondo, con retrogusto di vaniglia, di grande freschezza e complessità. Le uve sono state macerate a bassa temperatura per estrarre dalla buccia le sostanze antiossidanti benefiche per l’organismo. Il mosto è stato poi svinato in grandi botti e affinato per 12 mesi in botti di legno di quercia, e poi per altri 6 mesi in bottiglia. Verrà nuovamente inviato ai Capi di Stato, ma anche messo in vendita.
Il presidente Filippo Bregant ha sottolineato che l’etichetta sarà una all'anno, e non tre come in passato, e la prima è impreziosita da un disegno realizzato ad hoc dal Maestro Roberto Capucci, stilista di fama mondiale, la cui Fondazione dal 2018 ha sede nella prestigiosa Villa Manin di Passariano (UD). Il legame dello stilista con il Friuli Venezia Giulia risale al 2004, quando - grazie a Raffaella Sgubin - allestì una mostra con 110 sue creazioni a Palazzo Attems-Petzenstein di Gorizia, sede dei Musei provinciali. A settembre 2018 ha inaugurato, sempre a Gorizia, la mostra “L’atelier dei fiori. Gli abiti di Roberto Capucci incontrano le immagini di Massimo Gardone”, chiusa a inizio maggio. Fondamentale è stata la collaborazione con il direttore della Fondazione, Enrico Minio Capucci, che ha coinvolto il maestro.
«Il bello e il buono, si uniscono nel Vino della Pace, dove il gusto non è solo ciò che percepiamo con il palato, ma anche ciò che apprezziamo con tutti i sensi». A fianco del disegno c’è la poesia “Prosit”, tratta dalla silloge "Pietre d'inciampo" (2018) di Paolo Menon. Giornalista, grafico e scultore, da sempre vicino alla Cantina Produttori, autore di "Per vino e per segno: Le più belle etichette d’autore vestono il vino italiano", in due volumi. La poesia è stata tradotta in inglese da un noto winewriter ed insegnante di lingua inglese.
«La Cantina di Cormòns rappresenta una realtà importante per i suoi tanti soci, per i numerosi progetti, che mantiene saldo il legame con il territorio» ha detto orgoglioso il sindaco Roberto Felcaro, che ha ospitato la presentazione nel Municipio di Cormòns. Un progetto che ha ripreso forza e vigore, rinnovato dall’estro dell’inconfondibile stile italiano della moda, e che ha trovato la condivisione dell'assessore regionale alla cultura Tiziana Gibelli, impegnata nel portare a buon fine la candidatura del Collio a patrimonio Unesco, assieme al Brda sloveno, che anche la Cantina sostiene.
Fonte: Comunicato Stampa Cantina Produttori Cormòns