Mercato FIVI, uno straordinario successo

di Francesco Annibali 28/11/19
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Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti FIVI Piacenza

Perfetto il format “assaggia e compra” che caratterizza il maggior evento annuale della FIVI, a Piacenza.

Ci sono colonne portanti come Pieropan da Soave, celebrità come Gianfranco Fino da Manduria, contadini con 5 ettari che fanno vino da 40 anni e Millennials che hanno abbandonato l’ufficio per andare in campagna, provenienti dalle Langhe e dalle zone più sperdute, e se ne stanno tutti insieme, in banchi identici nella forma e nella dimensione, una sorta di alveare che trasmette una lucente idea di compattezza di intenti.

È il Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti, quelli che seguono in prima persona tutta la filiera dalla cura della vigna, alla trasformazione dell’uva in vino, fino all’imbottigliamento e la vendita, evento FIVI che riunisce una larga fetta degli associati provenienti da tutta Italia, che si è tenuto all’Expo di Piacenza dal 23 al 25 novembre.

Una manifestazione davvero ben fatta dal debordante, e meritato, successo di pubblico, con più di 20.000 accessi, a raccontare il volto familiare, ultra frammentato ma bellissimo, dell'economia vinicola italiana.

Un labirinto di piccole aziende, 626 per la precisione, che fa gongolare la presidente FIVI Matilde Poggi “è bello constatare ogni anno di più che il pubblico del Mercato è composto di affezionati che tornano a trovarci regolarmente, che ci segue e aspetta con ansia questo momento per rivedere produttori conosciuti e scoprirne di nuovi. Questo rapporto speciale traspare anche sui social, dove il movimento e l’interesse per questa manifestazione nel periodo precedente, è veramente altissimo”.

Un successo figlio di un format nuovo, che dà l’opportunità di acquistare in loco i vini in assaggio, e così vedi una piccola orda di acquirenti – non soltanto appassionati – in giro col carrello di acciaio, un po’ supermaket, un po’ manifestazione da centro sociale.

Gli assaggi effettuati confermano l’impressione di un livello qualitativo medio molto alto, e soprattutto di padronanza generalizzata delle tecniche esecutive, siano Metodo Ancestrale o macerati, vinificazioni in bianco o macerazioni carboniche.

Una bellezza piena di fascino, ma forse un po’ fragile: se è vero che la frammentazione delle aziende familiari trasmette una sensazione (ben meritata) di autenticità, è anche vero che per il mercato estero l’”effetto alveare” costituisce un problema non da poco.

Ed è proprio qui che, a parere di chi scrive, la manifestazione dovrà lavorare per l’immediato futuro: nella capacità di dare una immagine chiara e semplificata agli acquirenti esteri. Non sarà facile, ma per me il futuro è a Piacenza.





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