Jancis Robinson, una gigante tra la folla

Nel delizioso volumetto The 24-Hour Wine Espert, Jancis Robinson riesce a dire solo l’essenziale, mantenendo un taglio britannicamente pragmatico.
In che modo si può scrivere un Wine for Dummies al giorno d’oggi, con la catena dell’informazione di tutti i paesi, non solo quelli del Primo Mondo, saldamente nelle mani dei social?
Ogni 60 secondi su Facebook vengono creati 3,3 milioni di post, su Twitter inviati 470mila tweet, e su WhatsApp scambiati 38 milioni di messaggi. Un gigantesco brusìo che ha adombrato, quando non addirittura posto sotto una coltre di diffidenza, l’informazione giornalistica, e con questa tanti monumenti. Per tacere della divulgazione scientifica, che in Italia non è mai stata a proprio agio, con due nemici giurati di Newton e Gauss come la cultura cattolica e quella idealistica a farla da sempre da padroni, rispettivamente nella società civile e nelle istituzioni culturali.
In che modo quindi i guru, quelli veri, possono parlare ad un pubblico sempre più compiaciuto della propria ignoranza e diffidente verso i grandi esperti?
Ce lo spiega Jancis Robinson, tra le più grandi giornaliste e critiche di vino, che nel 2016 (ma l’edizione italiana è del 2019) ha licenziato il delizioso The 24-Hour Wine Expert. Un libro al quale dovrete solo perdonare una confezione e un titolo in italiano appena dimessi (Vino – Diventa esperto in 24 ore), ma che costituisce un piccolo tesoro che tutti, anche i grandi appassionati, dovrebbero leggere.
La Robinson punta saggiamente all’essenzialità, tuttavia non si limita a scrivere un manuale “atemporale” di degustazione (anzi, l’impressione è che l’autrice voglia ridimensionare l’importanza della degustazione per chi si approccia da appassionato), ma regala una miriade di consigli pratici e un piccolo atlante del vino contemporaneo. Sdrammatizzare senza rinunciare ai contenuti, riuscire a dire solo l’essenziale come solo chi possiede totalmente la propria materia può permettersi di fare, mantenendo un taglio britannicamente pragmatico.
Non avete i soldi per il Meursault? Prendete uno Sherry Fino. Un’alternativa al Beaujolais? L’Itata cileno. I vini col migliore rapporto qualità prezzo? In questo momento quelli dei piccoli Château delle zone meno note di Bordeaux, i rossi spagnoli a base grenache, il Godello della Galizia, i bianchi di Chamonix dal Sud Africa. La distinzione tra Vecchio e Nuovo Mondo? Organoletticamente ormai insensata. I vini biodinamici? A volte sanno di sidro scaduto e gabbia per criceti, altre volte possiedono un’energia unica. I riti del ristorante? Ridicoli. I formati superiori alla magnum? Sciocca ostentazione. I bevitori che bevono solo vini costosi? Babbei (è scritto così).
E un gancio di Foreman: mai la qualità del vino in tutto il mondo è stata così diffusa, e al contempo mai sono esistite differenze di prezzo tanto rilevanti.
In un paese nel quale il vino negli ultimi 15 anni troppo spesso si è limitato a perimetrare e presidiare gli spazi abbandonati dalla politica, un libro che ricorda a tutti che il ruolo del vino resta in realtà quello di dare felicità e di avvicinare le persone a sé stesse e agli altri.
Jancis Robinson
Vino – Diventa esperto in 24 ore
Vallardi 2019
€ 14.90