Malloreddus con asparagi e pomodorini di Pachino

Creiamo un’alleanza sardo-sicula e godiamoci questi malloreddus con il Sicilia Bianco Ficiligno 2021 di Baglio di Pianetto.
I malloreddus sono una pasta tipica della cucina sarda, originari della zona del campidano, di forma simile ad una conchiglia più o meno allungata. Secondo la tradizione vengono preparati solo con acqua e semola di grano duro e possono essere conditi in vari modi.
La ricetta più tradizionale è quella dei Malloreddus alla campidanese, con ragù di salsiccia sarda e pomodoro, spolverizzati con pecorino sardo. Ve ne proponiamo una versione primaverile, vegetariana.
Ingredienti per 4 persone:
400 g. malloreddus, 1 kg asparagi, 800 g. pomodori di Pachino, 1 spicchio d’aglio, sale ed olio evo
Procedimento:
Sbollentare gli asparagi in acqua salata. Estrarli al dente e conservare l'acqua per la pasta. Lasciar freddare ed eliminare le parti più dure e fibrose. Tagliarli a rocchetti.
Tagliare in 4 parti i pomodorini e tenerli da parte.
Lessare nell’acqua di cottura degli asparagi i malloreddus (solitamente hanno un tempo di cottura abbastanza lungo da leggere sulla confezione).
Nel frattempo saltare in una padella ampia con 2 cucchiai d’olio e uno spicchio di aglio e gli asparagi, tenendo da parte le punte e una tazza degli asparagi precedentemente tagliati. Spegnere, aggiungere i pomodorini e aggiustare di sale.
Mettere in un mixer la tazza di asparagi tenuta da parte, olio evo e un mestolo di acqua di cottura della pasta e frullare fino ad ottenere una cremina.
Scolare i malloreddus al dente e saltarli nella padella con gli asparagi e i pomodorini e aggiungere la cremina di asparagi. Unire per ultimo le punte degli asparagi e spegnere il fuoco. Servire in piatti preriscaldati.
Vino in abbinamento:
(a cura di Stefania Vinciguerra)
Sicilia Bianco Ficiligno 2021 Baglio di Pianetto
Nonostante l'assonanza nel nome, non ha niente a che fare col legno. Ficiligno è il nome dei sassi striati di natura silicea che caratterizzano il terreno. Paglierino chiaro con riflessi verdini, ha un profumo intenso e persistente, con un delicato floreale di ginestra e note di frutta bianca che poi si arricchiscono di frutta esotica. In bocca è fresco, rotondo, salino e armonico.
Zona di produzione: Comune di Santa Cristina Gela, in provincia di Palermo, in una zona alta (circa 650 metri di altitudine), ventilata, dalle buone escursioni termiche tra giorno e notte. I suoli sono a medio impasto e argillosi, ricchi di minerali.
Vitigni: Viognier e Inzolia da agricoltura biologica.
Vendemmia: Tra il mese di agosto e il mese di settembre. Le uve sono raccolte manualmente in tre stadi: la prima in pre maturità per garantire una maggiore concentrazione acida soprattutto all'Inzolia, la seconda in piena maturità e la terza in leggera surmaturazione per esaltare "l'esoticità" del Viognier.
Vinificazione: Dopo un’accurata selezione delle uve si procede con la pressatura a freddo. La fermentazione avviene in vasche di acciaio a basse temperature, l’affinamento invece sui lieviti in vasche di acciaio per 6 mesi e poi in bottiglia per circa 2 mesi.
Gradazione alcolica: 13% vol.
Temperatura di servizio: 7-9°C.
Abbinamenti consigliati: Ideale per accompagnare risotti ai crostacei, si sposa bene con le verdure e i formaggi a pasta molle.
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