Osteria Ophis convince e sazia
Il tombolo versione mangereccia se ne sta lì, a troneggiare sopra il palchetto, in mezzo al piatto. Icona della tradizione cittadina (Offida è nota proprio come città del Tombolo), al palato getta la maschera e si svela vegetale ma generoso, addirittura rotondo. La storia senza prendersi troppo sul serio. In fondo, questa Osteria Ophis è tutta qui.
Capitale enologica del sud della regione - una sorta di Montalcino picena a un passo dall’Abruzzo - Offida non solo meritava un posto come questo. Ne aveva bisogno. In pieno centro, in una strada, corso Serpente Aureo, che finalmente comincia a ‘profumare’ di vino. Consacrazione dell'incredibile crescita qualitativa del comparto alcolico di zona, forte finalmente anche in versione bianca, grazie al Pecorino.
E intorno al tombolo? Una cucina che convince e sazia. E che, tra uno sguardo al Piemonte (stupenda tartare di marchigiana) e alla Francia dell'Alta Cucina classica (per nulla frivola quella bavarese salata), riesce anche a raccontare la post modernità (quella scatoletta di carne fredda, evidente debito nei confronti dello chef Moreno Cedroni, strizza l’occhio al pubblico giovane e metropolitano).
Una cucina soprattutto attenta alla campagna di zona, come lecito attendersi: grazie a dei Campofiloni (tagliatelle sottilissime tipiche del Fermano, autentiche prendisugo) e a un filetto di maiale in crosta impeccabili nella cottura. Ottimo carrello dei formaggi, aspetto per nulla scontato da queste parti.
Servizio scanzonato, giovane, gentilissimo, e carta dei vini giustamente incentrata sui grandi vini di zona, dai ricarichi encomiabili. Tutti aspetti che riusciranno a non far fare troppo caso a un arredo non indimenticabile.
Strepitoso rapporto qualità prezzo: tra i 25 e i 30 €, mangiando tutto.
Uscendo, regalatevi una passeggiata nel centro di Offida. Rimarrete senza parole.