Sommelier e “So megl’iè”

Nel mondo, e anche in Italia, esistono i sommelier. Professionisti del vino che lavorano nei ristoranti e nelle enoteche, oppure comunicatori e docenti ai corsi di avvicinamento al vino, o, ancora, e questo soprattutto in Italia, appassionati che vogliono approfondire attraverso una specifica preparazione tecnica, le loro conoscenze di carattere enologico. Sono figure utili e importanti, veri ambasciatori del vino di qualità, che informano, insegnano e avvicinano al vino molte persone. Accanto a loro, e qualche volta con identiche divise, ci sono quelli che chiamo “so megli’iè”, con una locuzione in dialetto ciociaro (quello di Frosinone e Anagni) che significa letteralmente “sono meglio io”. Costoro si fingono sommelier, riescono persino a lavorare con quella qualifica in ristoranti anche stellati, ma in realtà non desiderano informare e comunicare, ma solo auto attribuirsi un ruolo da demiurgo fra il malcapitato cliente e i vini che vorrebbe bere. Impongono scelte personali, senza preoccuparsi di portare una lista dei vini ed eventualmente di illustrarla. Se ne fregano di gusti e di abbinamenti. L’importante è risultare come indiscussi protagonisti della scena enoica, con i quali non si deve minimamente provare a interloquire. “So megl’iè”, tanto, basto io per educare l’avventore con le mie convinzioni ammannite come gocce d’ineffabile sapienza. E tu, povero cliente ignorante, ringrazia il cielo che ci sia io a evitare di farti sbagliare. Lo stesso accade più o meno se dal tavolo di un ristorante o dagli scaffali di un’enoteca, si passa ai banchi di un corso di degustazione. Lì tutto è, se possibile, aggravato da un linguaggio gergale, spesso incomprensibile, talvolta slegato dalla terminologia tecnica più adeguata e condivisa. E giù un diluvio di definizioni discutibili quando non sbagliate, che non gli possono venire contestate perché lui è il migliore per definizione. Scusate lo sfogo, ma ultimamente ne ho incontrati diversi di questi “so megl’iè” molto bravi nel rovinare serate al ristorante impedendoti di parlare con gli altri commensali, molto compresi nel ruolo che si sono auto assegnati. Molto rompiscatole e molto presuntuosi.