Il sogno di Hans
“Dopo il Terlaner Prima Cuvée e il bianco di Colterenzio, il tuo Appius arriva terzo. Già che c’eri potevi chiamarlo Terzer, no?” Non mi ha neanche risposto Hans Terzer, kellermeister maximo della Cantina Produttori di San Michael Eppan. Siamo amici da quasi vent’anni, mi posso permettere una battuta, ma non posso aspettarmi repliche. Solo sguardi severi. Hans è un grande professionista, capace e carismatico. Un sergente di ferro, più duro con se stesso che con i suoi collaboratori. Un vero perfezionista.
“Prima di fare un vino come l’Appius ci ho pensato per anni” mi dice con un certo orgoglio. “Sarà diverso ogni volta, perché voglio che esprima il meglio che riusciamo a fare qui ad Appiano anno per anno”. Perciò stavolta, con la versione del 2010, la base è chardonnay e il saldo prevede pinot bianco, pinot grigio e un tocco di sauvignon, ma non è detto, anzi, che per il 2011 sia la stessa cosa. “Un giorno o l’altro farò un Appius solo con il pinot nero” minaccia. Intanto c’è questo, ed è un bianco magnifico. Sì, forse la bottiglia in vetro pesante è un po’ ancien regime, ma ad Hans piaceva quella, e c’è poco da discutere. Poi la cosa importante è il contenuto, e anche su quello c’è poco da discutere. Vinificazione delle varietà separata, tutta in barrique, con stazionamento sui lieviti per circa un anno. Poi assemblaggio e rifinitura con tre anni di affinamento in acciaio.
Il risultato è un bianco dal colore giallo vivo, brillante, dai profumi complessi, avvolgenti, in prevalenza fruttati, con note di ananas, susina gialla, pesca bianca, lieve vaniglia in sottofondo e qualche sentore che ricorda gli aromi del sauvignon. Sapore imponente, armonico, salino, perentorio nella sua perfezione tecnica e nell’espressione varietale e territoriale al tempo stesso. Un grande bianco “alla Terzer”, insomma, che costerà in enoteca parecchio, più di 90 euro, ma che, allo stato attuale, rappresenta uno dei vertici bianchisti del panorama italiano. A me e a Dario Cappelloni veniva fuori un punteggio di 96/100 almeno. Ma l’evoluzione futura potrebbe persino riservare sorprese in positivo.