I vini di successo
Certi vini sono apprezzati da una vasta fascia di pubblico per la costanza produttiva che ne determina la fama e li trasforma in etichette iconiche. Sono grandi vini.
Penso che avere successo, e averlo per anni con continuità, non sia un fatto casuale o dovuto alla semplice fortuna. Credo piuttosto che sia il frutto del risultato di un processo che si è via via perfezionato nel tempo e che ha portato a ottenere risultati costantemente riconosciuti come molto validi da molte persone.
Questo vale per tutti i settori dove si ottiene “successo”, artistici, produttivi, e quindi anche nel settore del vino. Quali sono perciò i vini di successo? Sono proprio quelli che non derivano solo da un’annata favorevole o da elementi ascrivibili a casualità o fortuna. Quelli che vengono apprezzati per costanza produttiva, magari anche in vendemmie non esaltanti, e che rappresentano una garanzia e una continuità qualitativa che pochi mettono in discussione. Quindi ottengono successo perché questo è determinato in buona sostanza dall’apprezzamento del proprio pubblico di riferimento, appassionati, critici, ovviamente clienti professionali, anche semplici curiosi.
Tutto questo determina poi la fama di certi vini, l’iconicità di determinate etichette, che naturalmente aumentano di prezzo come conseguenza di una domanda crescente, e la cosa talvolta fa scattare una reazione negativa da parte di chi pensa di trovare visibilità semplicemente dichiarando che i propri gusti sono “altri”, e che non è disponibile ad accodarsi a pareri a suo dire “massificati”.
Potrebbe essere una posizione comprensibile se fosse sostenuta da una ricerca sul campo da vero talent scout, ovviamente. Senonché spesso resta una sorta di dichiarazione di principio, un tentativo per risultare originali e alternativi e che c’entra poco con la qualità dei vini che vengono dissacrati. E soprattutto un punto di vista che resta confinato all’entourage di chi lo sostiene, non riuscendo a scalfire di nulla ciò che la stragrande maggioranza degli appassionati pensa davvero di quel vino famoso.
Faccio due esempi tratti dalla mia personale esperienza recente. Un mese fa circa ho registrato un video che trovate sul canale You Tube di DoctorWine dedicato al Sassicaia. Mezz’ora di video on line, ripreso poi da tutti i nostri social, su un vino indubbiamente famoso. Bene, quel video è diventato quasi virale nel nostro piccolo mondo, con decine di migliaia di visualizzazioni e non so quanti like. Ci sono arrivate richieste di traduzione dall’estero e abbiamo dovuto quanto meno realizzato i sottotitoli in inglese tanto è stato l’interesse che ha suscitato. Questo è accaduto perché c’era di mezzo il Sassicaia e non certo per i meriti del sottoscritto o di DoctorWine, e credo che non sia un fatto casuale o fortunato.
Secondo esempio. Lo scorso 3 ottobre, nell’ambito della presentazione della Guida Essenziale 2021 a Milano, che siamo miracolosamente riusciti a organizzare, abbiamo realizzato una serie di seminari tematici dedicati a molte tipologie di vini. Barolo, Brunello e quant’altro. Il primo che è andato esaurito, con i posti che sono finiti in poche ore, è stato quello dedicato ai Supertuscan. Proprio quei vini che da parte di qualcuno sarebbero da eliminare in giornata perché non rappresentativi di tradizioni, territorio, eccetera eccetera. Vorrà dire qualcosa? Io credo di sì, e penso che un’analisi un po’ più approfondita prima di esprimere dei pareri tranchant forse ci starebbe bene.