Cara Lidl ti scrivo….

di Daniele Cernilli 25/02/16
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Cara Lidl ti scrivo….

E comincio subito a sgombrare il campo dagli equivoci: non sono affatto un detrattore dei supermercati, anche quando, come nel tuo caso, si avvicinano agli “hard discount” come politica commerciale. Penso che se rispettano i vari protagonisti della filiera e riescono a fornire prodotti di sufficiente qualità e bassi prezzi, svolgano addirittura un compito sociale importante. Di qui a farsi garantire la selezione De Luxe per i prodotti alimentari e i vini addirittura da una griffe come quella del Gambero Rosso però ce ne passa.

Intanto perché i miei ex colleghi del Gambero sono abituati a prendere in considerazione prodotti di qualità elevata, soprattutto nel settore dei vini. Basti pensare che sulla loro guida schedano poco più di duemila cantine sulle 65.000 circa esistenti in Italia. Meno del 4% insomma.

Secondo perché per qualunque assaggiatore tecnico, e loro lo sono indubbiamente, il rapporto qualità/prezzo viene preso in considerazione “ex post” rispetto alla valutazione.

È vero che tu, Lidl, in Germania, ad esempio, ti sei avvalsa della collaborazione di un famoso Master Sommelier come Markus Del Monego, ma la sua figura è più simile a quella italica di un Luca Gardini, non a quella degli assaggiatori del Gambero, che valutano in modo del tutto indipendente, senza probabilmente avere avuto in commissione di assaggio i “buyer” e i controllori di qualità della Lidl. Così accade, e se n’è accorto per primo Fiorenzo Sartore di Intravino, che i commenti ai vini che hai, cara Lidl, presentato nel tuo sito (e nei punti vendita) sotto l’egida di “Selezioni del Gambero Rosso” siano talvolta molto severi.

C’è perciò un Verdicchio definito “vegetale, sapido, amaro e con un po’ di solforosa”, una Malvasia dei Colli Piacentini che “sa di poco”, e uno Zibibbo “dolciastro ma salvabile”. Vini che costano intorno ai 3 euro, mi potresti dire, il Verdicchio addirittura 1,89, tutte cose che fanno però riflettere sui prezzi pagati ai produttori, davvero bassissimi e difficilmente coerenti con un principio di rispetto delle parti. Di sicuro commentati in modo impeccabile e serio dai degustatori del Gambero, tale però, a mio parere, da non indurre affatto all’acquisto se letti con attenzione.

È prevedibile che tu, cara Lidl, abbia remunerato profumatamente il Gambero Rosso, sia per il servizio svolto sia per l’uso del marchio nella promozione. Si vocifera di alcune centinaia di migliaia di euro addirittura. Mi vien da pensare che neanche nelle più estreme e perverse fantasie di un adepto del sado-maso sarebbero previste cifre simili per essere maltrattati in quel modo.

Ma, se cara Lidl, sei contenta tu, allora siamo contenti tutti.

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