Anche noi siamo Charlie!
Ci ho pensato molto prima di scrivere una cosa del genere. Perché c’è chi lo ha fatto con più autorevolezza, o in modo più appropriato di quanto non possa fare un sito che si occupa di vino, e non dei massimi sistemi. Ma forse anche per quello, perché mi occupo e ci occupiamo di vino, non si può non essere vicini a una Nazione che è quella che rappresenta un vertice qualitativo e culturale proprio nel settore di nostra competenza. E non si può neanche tralasciare il fatto che il mondo del vino è qualcosa di trasversale fra tutti i Paesi della vecchia Europa, proprio quelli presi di mira dal terrorismo di matrice islamica, il “terrorislam”, cosa del tutto diversa dalla religione musulmana e dalla antica e tollerante cultura che da quattordici secoli ne deriva, fin dall’epoca di Averroè. Diversa almeno quanto lo sono stati il nazismo e la religione cristiana, tanto per fare dei paragoni.
Il vino è la cultura materiale che unisce Francia, Italia, Spagna, Grecia, Germania, Portogallo, Ungheria, Austria, tutti Paesi d’Europa che contribuiscono a produrne in percentuali elevatissime sul totale mondiale. Perciò il popolo del vino non può non sentirsi toccato profondamente da quanto è accaduto a Parigi, un attacco contro i principi di libertà che, guarda caso, sono nati anch’essi proprio nel nostro Continente.
Quindi, con orgoglio, con spirito di appartenenza a una cultura che viene da molto lontano, con tristezza, commozione e fermezza, ci sentiamo di dire, noi, redattori di una piccola redazione di un piccolo sito che parla di vino, che anche noi siamo Charlie!