In Puglia il rosso è quasi nero

Nel “tacco” d’Italia sono soprattutto due le uve che spadroneggiano: il Primitivo, essenzialmente in provincia di Taranto, e il Negroamaro in provincia di Lecce.
Le due uve rosse regine del Tarantino e del Salento non hanno nulla a che fare tra di loro: il Primitivo è un vitigno geneticamente identico al californiano Zinfandel e sono entrambi originari della Croazia (dove questa specie è nota come Crljenak Kaštelanski), come hanno dimostrato gli studi della genetista Carole Meredith, presso la University of California, Davis. Non è chiaro da dove e quando sia arrivato in Puglia, ma con tutta probabilità da lui deriva l'antico Falerno, la sua ambientazione in regione è quindi molto antica.
Il Negroamaro è stato probabilmente introdotto nell'arco ionico dai Greci, quindi è più meridionale. Di produzione abbondante e costante, si adatta benissimo ai terreni aridi e ai climi caldi e l'80% dei rossi e dei rosati della Puglia vedono nel loro uvaggio una notevole percentuale di Negroamaro.
Il cammino ormai intrapreso dalla viticoltura pugliese, teso alla riqualificazione dei suoi vini un tempo commercializzati sfusi e in gran parte destinati al taglio, dà risultati molto interessanti per entrambe le uve, nelle due Doc del Primitivo, Manduria e Gioia del Colle, e in tutte le Doc meridionali dove invece regna il Negroamaro, spesso in uvaggio con la Malvasia nera.
Entrambi sono protagonisti di alcuni dei vini più importanti della Regione e se ne possono trovare versioni “per tutte le tasche”. Ve ne presentiamo quattro, in un viaggio che parte da sud di Bari per arrivare fino a Salice Salentino, nel leccese.
La prima cantina che incontriamo è ultracentenaria, ma la proprietà della famiglia Coppi risale al 1979, quando Antonio Coppi, che nella precedente gestione aveva lavorato come enologo, acquista l’azienda e inizia a trasformarla. Oggi è una delle realtà più importanti della zona di Gioia del Colle, propone una gamma vasta basata soprattutto su varietà tradizionali.
Arrivando a Manduria, troviamo uno “straniero” (è abruzzese) per il quale la passione per il vino e l’amore per il territorio salentino si sono fusi in questo progetto vitivinicolo. Si tratta del noto giornalista Bruno Vespa che ha coinvolto in questa avventura anche i figli Federico e Alessandro. Giovanissima realtà che impernia la propria produzione sulla valorizzazione proprio del Primitivo.
Sempre a Manduria troviamo Felline, il cui nome deriva da quello di un’antica città della zona. È stata una delle protagoniste del rilancio dei vitigni locali, Primitivo in primis, con il progetto Accademia dei Racemi. L’azienda è grande e strutturata e la produzione abbraccia una notevole quantità di vini, coprendo in pratica tutte le tipologie, sempre incentrate sui vitigni autoctoni.
Per finire arriviamo nei pressi di Salice Salentino, dove Vitantonio Seracca Guerrieri e sua moglie Lina Memmo, ultima erede degli antichi proprietari, sono i fortunati castellani di questo luogo di sogno. Il Castello Monaci è una struttura fortificata risalente al Cinquecento, ed è stata più volte restaurata. Tutto intorno vigne a perdita d’occhio, circa 210 ettari, oggi curati dal Gruppo Italiano Vini che si occupa anche della produzione vitivinicola e della commercializzazione.
Coppi Casa Vinicola
Puglia Primitivo Bio Cantonovo 2019
95/100 - € 15,00
100% Primitivo. Affina in acciaio per sei mesi. Porpora scuro e molto pieno. Naso esplosivo con visciole, note speziate e balsamiche. Palato intenso e avvolgente, con tannini composti. Finale molto tipico. Ottima Puglia Primitivo Bio Cantonovo 2019 versione.
Vespa Vignaioli per Passione
Salento Primitivo Il Bruno dei Vespa 2020
90/100 - € 12,00
100% Primitivo, matura per 4 mesi in barrique. Rubino molto cupo. Naso nitido con spezie, sottobosco, note balsamiche e di cuoio. La trama gustativa è ricca, intensa ed elegante con tannino educato e giusta acidità. Il finale è delizioso e di ottima beva.
Felline
Salento Rosso Alberello 2020
91/100 - € 8,00
50% Primitivo, 50% Negroamaro. Affina in acciaio. Colore rubino molto intenso. Pulizia nasale davvero impeccabile con susina nera, marasca, rosa rossa e rabarbaro. In bocca frutto e buona materia, dinamica, avvolgente e di ottima beva.
Castello Monaci
Salice Salentino Riserva Aiace 2018
92/100 - € 15,00
75% Negroamaro, 25% Malvasia Nera. Tre anni in botti di diversa dimensione. Rubino intenso e concentrato. Tipici sentori fruttati di ciliegia scura, amarena, poi accenni di erbe aromatiche e di spezie dolci. Sapore possente, caldo, con tannini giovanili e leggermente increspati.