Meglio credere ai commercianti d’uva

La fortuna di collaborare con Daniele Cernilli è che capitano occasioni straordinarie. Recentemente ho avuto la possibilità di assaggiare circa quaranta Barolo dell’annata 2006. Erano divisi tra riserve, cru e quant’altro e per completare la panoramica avevamo anche dei Barbaresco provenienti dalla medesima annata. La degustazione mi ha veramente appassionato e divertito. Appassionato perché la media dei vini era elevatissima, divertito nel constatare che fui molto fortunato, in gioventù, ad incontrare grandi maestri del nebbiolo e che i loro concetti nel valutare annate e vini sono validissimi tuttora, nonostante le innovazioni tecnologiche e di conoscenza che sono state sviluppate in cantina e soprattutto in vigna.
L’annata 2006 fu piuttosto controversa, con una contrapposizione tra la stampa soprattutto estera (ma qualche "lince" gli andò dietro) da una parte e i produttori dall'altra. La prima affermava che i tannini erano duri e i vini a dir poco introversi, giustificando questa posizione con il grande calore che presero le uve in estate. Questo avrebbe pregiudicato la maturazione dei polifenoli dando vini che non avrebbero mai raggiunto un equilibrio. I secondo sostenevano che erano vini che bisognava saper attendere.
Sono felice di constatare che le Cassandre sono state deluse e la loro nefasta previsione si è rivelata infondata. Felicissimo di poter dire che i Barolo, certo non tutti ma la maggior parte, hanno una bellissima evoluzione, in linea con la posizione dei produttori. Sono anche felice di averne comprati un po’ e aver vinto la scommessa. Ormai conviene seguire sia il buon senso dei produttori, anche se per loro quasi tutte le annate sono buone, sia soprattutto il valore delle uve sul mercato: se in vendemmia le uve hanno prezzi molto alti raramente saranno di cattiva qualità a meno di situazioni climatiche disastrose, dove le uve costeranno abbastanza, ma il vino sfuso ricadrà nella svalutazione della piccola annata.
Dopo questi piccoli consigli vediamo come sono questi Barolo 2006. Raggiunto il decimo anno la trama tannica si integra meglio nel vino dando progressioni gustative appaganti, mentre a livello olfattivo si sono raggiunti ottimi equilibri tra la parte più fruttata e floreale e le incipienti note di complessità ed evoluzione, virando verso erbe medicinali e note vagamente balsamiche e di liquirizia. Di seguito alcuni vini molto interessanti.