Montesodi, Sangiovese di razza

Partecipare a una degustazione verticale guidata ha i suoi pro e i suoi contro, dipende tutto da chi la guida. Quando è il produttore a farlo la cosa si fa interessante, perché c'è sempre molto da imparare. Quando capita che a presentare l'azienda, il vino e le diverse annate è un personaggio come Lamberto Frescobaldi, la cosa si fa oltre che interessante anche divertente, vista la verve, lo spirito autoironico e le conoscenze del "divin marchese".
Senza prendersi troppo sul serio e, soprattutto, senza far cadere dall'alto i circa mille anni di storia della famiglia, Lamberto a volo di uccello racconta di quando, intorno all'anno Mille, i primi Frescobaldi arrivarono a Firenze dalla Val di Pesa (dove si trova tuttora la Tenuta di Castiglioni) e di quanto i destini della famiglia si intrecciarono con quelli della città. Poi di come il matrimonio tra Angiolo Frescobaldi e Leonia degli Albizi portò nel patrimonio famigliare le tenute di Nipozzano e Pomino (nel XIX secolo) e come, da allora, il Castello di Nipozzano con le sue terre - 326 ettari nella zona del Chianti Rufina - sia diventato il cuore delle tenute di famiglia, fortunatamente indiviso per il fatto che si siano succeduti una serie di figli unici.
Proprio a Nipozzano si produce il cru Montesodi, inizialmente etichettato come Chianti Rufina - con grossa importanza data al "sangioveto" - poi Riserva e solo dal 2011 staccato dalla denominazione (che, soprattutto all'estero, non è vincente) per camminare sulle sue gambe come Igt Toscana, forte di un brand famoso a livello internazionale.
Il vigneto si trova a 400 metri di altitudine che per la Rufina, una zona fredda, sono molti ma l'esposizione a sud-ovest permette alle piante di godere del sole per lunghe ore. Il terreno è sassoso, argilloso e calcareo, ricco di alberese, ben drenato. Il clima è fresco e ventilato e qui la potenza del sangiovese cede il passo all'eleganza senza perdere in longevità.
La prima annata prodotta è stata la 1974 e proprio da lì siamo partiti per la nostra verticale che ha visto un salto di 11 anni per la seconda annata proposta, la 1985, per poi arrivare agli anni Novanta con la 1990 e la '93 e finire con quattro annate di questo millennio: la 2000, la 2004, la 2006 e la 2010, cui si può aggiungere la 2012, sentita durante il buffet che ha fatto seguito alla verticale.
"Per noi tradizione significa alimentare la storia", ha chiosato Lamberto Frescobaldi. Indubbiamente ogni epoca ha il suo stile, con una certa influenza di un gusto più internazionale negli anni centrali e un decisivo ritorno al rigore iniziale nelle ultime annate.