Marina Cvetić, il Montepulciano artigianale del futuro (1)

di Francesco Annibali 13/07/16
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Marina Cvetić, il Montepulciano artigianale del futuro (1)

Quando Gianni Masciarelli nell’estate 2008 se ne andò per sempre, lasciando nello sconforto la moglie Marina Cvetić e l’intera famiglia, si trovava a Monaco di Baviera. Suggellando in questo modo una parabola imprenditoriale esemplare con un finale dal sapore amaro.

Il sentimento di riscatto, la tremenda – forse purtroppo eccessiva – propensione al lavoro, il desiderio di portare la propria terra in giro per il mondo erano gli stessi dei milioni di nostri concittadini che fanno conoscere il meglio dell’Italia ovunque e lo portavano continuamente in giro.

Gianni in pochi anni non solo aveva creato dal nulla una azienda coi fiocchi, ma aveva fatto molto, molto di più: si era preso il lusso di deviare per sempre il destino dell’Abruzzo del vino, scaraventandolo dentro la modernità.

E portandocelo tutto intero: comprese le aziende di quei colleghi con i quali forse c’era meno feeling. Che è un po’ il destino inevitabile e lo scotto da pagare delle personalità superdecise.

Prima di Gianni l’Abruzzo poteva già contare su una manciata di interpreti di livello, certo, a far da capolino sopra una marea di sfuso e di vini da taglio diretti al Nord. Ma erano interpreti che raccontavano (e continuano a raccontare) attraverso il bicchiere – anche quando salgono a squisitezze siderali – storie provinciali di veracità e famiglia. In una parola: la bellezza dell’immobilismo. Con il sottotesto malcelato di un certo disagio nei confronti di tutto ciò che è nuovo.

Ma il vino italiano a Londra e Singapore non ha bisogno di cappelli di paglia, calli e retoriche del bel tempo passato depositario di una veracità perduta. E Gianni Masciarelli questo lo aveva capito molto bene.

 


Montepulciano dunque, certo, ci mancherebbe: ma niente riduzioni, niente brettanomyces, né velature olfattive. La veracità declinata in versione frutto e concentrazione: quella vera, che da queste parti può raggiungere livelli impressionanti. Attraverso – tanto per fare qualche esempio – il guyot, la riduzione delle rese per ettaro e i legni nuovi, che fanno respirare un vino che di suo ha bisogno di parecchio ossigeno all’inizio della maturazione.

Sarebbe stato impossibile, addirittura osceno, non accettare di ereditare le redini di cotanto lavoro bruscamente e tragicamente interrotto.

Anche perché la moglie di Gianni, Marina Cvetić, aveva ed ha la capacità di proseguirlo.

Sviluppandolo, addirittura: oggi l’azienda Masciarelli dà lavoro a 77 persone, è presente in 55 paesi, e possiede vigna in tutti i principali distretti vinicoli regionali. Dalle colline teramane alla Piana di Ofena, passando ovviamente per il chietino, dove si trova la sede aziendale, a San Martino sulla Marrucina. Con una appendice di straordinaria bellezza nel Castello di Semivicoli.

Conosciuta soprattutto (e giustamente) dagli appassionati per il Montepulciano d’Abruzzo Villa Gemma, uno dei più grandi rossi nazionali nonché il vino al quale Gianni teneva maggiormente, l’azienda ripone nella linea Marina Cvetić, che porta il nome della moglie di Gianni, il frutto del lavoro più attento alle innovazioni. Oltre al Montepulciano, la linea comprende un Trebbiano e uno Chardonnay di stile Borgogna (o forse Napa Valley, o forse Sonoma), molto ricchi e longevi, che impiegano qualche anno a ‘digerire’ il legno; e rossi internazionali, fra i quali spiccano un Cabernet Sauvignon possente e terroso, e un incredibile Merlot proveniente dalla Piana di Ofena. In comune una fisionomia puramente territoriale, con le note piraziniche praticamente assenti.

“Mio marito faceva bere agli operai in vigna Chateau Margaux e Petrus”, mi dice Marina. “Dovevano capire dove Lui voleva arrivare. E non c’era altro modo”.

Doctorwine: In trenta anni Masciarelli ha fatto quello che tante aziende fanno in un paio di generazioni.

Marina Cvetic: Ma lo sa che è esattamente quello che mi disse pochi anni fa Angelo Gaja?

DW: Immagino un lavoro pazzesco

MC: Certo. Anche perché la burocrazia non solo non aiuta, ma addirittura ostacola. Lo sa che io ho tre persone che si occupano solo di carte e bolli? Preferirei dovercene tenere una sola e poter mettere le altre due a vendere. Ma è proprio la mentalità italiana ad essere burocratica.

DW: Credo che  Gianni Masciarelli abbia avuto il merito di iniziare a superare tutto questo.

MC: Gianni ha rivoluzionato proprio tutta la mentalità della regione. In Abruzzo ci sono un prima e un dopo Gianni Masciarelli. Senza alcun dubbio.

A domani, per la seconda parte della nostra intervista e la degustazione verticale del Montepulciano Marina Cvetic.





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