Lessona Omaggio a Quintino Sella, il vino dell’Unità d’Italia (2)

Conclusione dell'intervista e degustazione verticale del Lessona Omaggio a Quintino Sella.
Prosegue oggi l'intervista iniziata ieri con Paolo Benassi, responsabile tecnico dell'azienda Sella.
DoctorWine®: Lessona, Bramaterra, Gattinara, ecc… tutti grandissimi vini, non c’è dubbio. Non c’è però il rischio di creare confusione nel consumatore? Non sarebbe meglio una Doc omnicomprensiva, ad esempio Sesia con indicazione di sottozone Sesia Gattinara, Sesia Bramaterra, ecc..?
Paolo Benassi: Sono d’accordo. Occorrerebbe una denominazione unica, sul modello Borgogna. In questo modo daremmo un maggiore senso di unità, specificando al contempo tutte le sottozone comunali. Il nome della Doc dovrebbe avere un nome geograficamente forte, riconoscibile a livello internazionale. Una idea potrebbe essere Monte Rosa (anche Monterosa).
DW: Il cambiamento meteorologico vi ha aiutato?
PB: Il 2011 è stata un’annata torrida in Italia e in Europa, con accenti di cottura in molti vini; anche il 2015 e il 2017 saranno ricordati fra i più caldi della storia, ma andando ad assaggiare i vini dell’Alto Piemonte proprio di quegli anni, stupiscono la freschezza sia di naso che di bocca. Nel 2017 abbiamo avuto almeno 4 settimane con temperature massime costantemente sopra 30°C, e 6 giorni consecutivi sopra 35°, ma la fruttuosità dei vini di quest’anno è stata di gran lunga superiore alle precedenti annate; da queste parti il nebbiolo inizialmente ha delle note verdi che col tempo tendono a sparire, tuttavia quest’anno i sentori di frutti rossi palesi fin da subito erano strabilianti, e anche le strutture in genere eleganti, mai invadenti. Nel 2017 e anche nel 2016 si sono espresse con una muscolatura decisamente più tonica ma anche estremamente armoniosa. Le gradazioni sono passate dai consueti 13-13,5% ai più mediterranei 14-14,5%. Le annate più asciutte hanno creato uve più sane, che a loro volta hanno lasciato al viticoltore la libertà di scegliere il momento di raccolta.
DW: Quali sono normalmente le condizioni climatiche della vostra zona?
PB: Le montagne prossime ai vigneti consentono delle escursioni termiche fra giorno e notte anche di 20°, con indubbio vantaggio per la sintesi e il mantenimento dei profumi, nonché per la sintesi e la maturazione dei polifenoli. Di contro vi è da annoverare l’estremizzazione degli eventi atmosferici cui abbiamo assistito negli ultimi anni: nel 2014 l’estate è stata molto fredda con una piovosità ben oltre la media; nel 2015 e nel 2017 la siccità ha severamente punito la quantità di uva raccolta; nel 2016 la grandine ha colpito i nostri vigneti per 6 volte, e 2 volte nel 2017; sempre nel 2016 ma soprattutto nel 2017 il gelo tardivo è stato feroce.
Per concludere, nel complesso vediamo degli indubbi vantaggi ma anche degli elementi d’inquietudine: la sua domanda ha centrato un aspetto molto importante della programmazione all’interno delle aziende vitivinicole dell’Alto Piemonte. Non sta scritto da nessuna parte che le zone maggiormente vocate di oggi lo siano anche in futuro.
Tutti i vini sono nebbiolo 85% e vespolina 15%. Fermentazione in acciaio. Affinamento in botti di rovere di Slavonia da 25 hl per 48 mesi.