Damiano Ciolli: Cirsium il Cesanese di Olevano che sorprende

Possiamo senz’altro affermare: basta con i pregiudizi sul cesanese come varietà rustica e dai vini sgraziati, il rosso di Olevano è buono e ha un ottimo rapporto qualità/prezzo.
Una volta considerato il Beaujolais Nouveau “de noartri”, citando le parole del nostro Doc Daniele Cernilli, era il vino rosso un po’ frizzantino, a volte dolce, che scorreva a fiumi nelle osterie romane di tanti anni fa. Dopo anni di ricerca e lavoro sui vigneti e sui metodi di vinificazione, diversi produttori di questa varietà autoctona laziale nelle sue varie zone di denominazione hanno saputo “ripulire” l’immagine di questo vino dandogli finalmente nuovo lustro.
Con Riccardo Viscardi ho partecipato qualche giorno fa alla prima storica verticale di 10 annate di Cesanese di Olevano Romano. L’azienda che ha ospitato la degustazione è quella di Damiano Ciolli, senza alcun dubbio, uno dei produttori che è riuscito a tirar fuori il meglio che il cesanese possa offrire.
Siamo quindi ad Olevano, un borghetto medievale arroccato sul Monte Celeste, a 600 metri di altitudine, a sud-est di Roma, circondato da una delle più belle campagne laziali. Damiano Ciolli nel 2001, affianca il padre Costantino e decide di imbottigliare le proprie uve, forte di una vecchia vigna piantata dal nonno nel 1953. Da questo vigneto nasce il Cirsium, cru dell’azienda, fratello maggiore del Silene, secondo Cesanese d’Affile prodotto dalla piccola cantina di 6 ettari, 4,5 dei quali su terreni vulcanici. Da li a poco il papà di Damiano viene a mancare ma lui non demorde e continua nella sua determinata, a quel tempo quasi folle, idea di produrre un cesanese diverso dagli altri, forte della convinzione che da quel vitigno si potesse ottenere molto di più e che se gestito oculatamente avrebbe dato espressioni ben più eleganti.
Iniziano così, insieme alla sua compagna ed enologa Letizia Rocchi, anni di sperimentazione, di messa appunto, come a voler aggiustare il tiro per un colpo perfetto al bersaglio. Barrique nuove, di secondo passaggio, poi botti, fermentazione in acciaio, poi in cemento, macerazioni più corte… insomma uno studio accurato e incessante per comprendere appieno il suo cesanese e per renderlo quel vino che è ora, un vino elegante, di grande freschezza, dal frutto croccante e dalla personalità dirompente. Perfetto abbinamento alla gustosissima cucina dell'ormai mitico Giovanni Milana e il suo Sora Maria e Arcangelo che hanno provveduto a sfamarci con un provvidenziale ingresso con teglie fumanti guarda caso alle 13:30.
È stata quindi una piacevolissima rivelazione assaggiare dei cesanese così ben fatti, dove si privilegiano eleganza e bevibilità alla struttura. Dieci quindi le annate di Cirsium Cesanese di Olevano Romano Doc assaggiate, dalla 2001 alla 2012 ad esclusione dell’annata 2002 che non è stata prodotta e alla 2008 di cui non restano più bottiglie a causa di un furto in cantina. Inizialmente il vino veniva maturato in barrique ora la macerazione dura circa 15 giorni, dopodichè il vino viene travasato in botti di rovere francese, dove riposa sui suoi depositi fini per circa 18 mesi. Nel corso dell’affinamento vengono svolti batonages regolari. Dopo l'imbottigliamento affina per almeno 2 anni in bottiglia. Ma veniamo alle degustazioni: