Vino Felix

"Terra di Lavoro" designa la fertile terra della Campania antica, chiamata anche Liburia, estesa lungo l’Appennino Campano tra i Monti Aurunci e la parte settentrionale dei Campi Flegrei; denominata anche Campania Felix, dove felix indica l'opulenza e la fertilità della terra. La dimostrazione che tale termine corrisponde al vero è nell'indiscusso successo di numerose realtà agricole disseminate in questa area geografica.
Tra tali realtà spicca Fontana Galardi, cantina che produce un unico vino: il Terra di Lavoro. Con i numerosi consensi ottenuti dalla critica del settore fin dalla prima annata prodotta (risalente al 1994, anche se in realtà la prima fu nel 1993, mai commercializzata), quest'azienda fa da traino all'intero comparto vinicolo della zona.
La cantina nasce nel 1991 a Roccamonfina, sul versante occidentale dell’omonimo vulcano spento. Il progetto prende corpo dalla passione per la campagna di Maria Luisa Murena e del marito Roberto Selvaggi, nonché di Dora e Arturo Celentano e Francesco Catello. Dopo qualche anno vede la presenza anche di Riccardo Cotarella in veste di enologo.
Un crescendo di successi e riconoscimenti nell'arco di questi ultimi venti anni ha portato il Terra di Lavoro nell’Olimpo dei grandi vini del mondo, tanto che dal 2014 fa parte del fondo internazionale VintHedge Italian Wine Growth Fund, specializzato in fine wines, cioè in selezione e vendita di grandi bottiglie italiane, la cui sede è in Lussemburgo e i caveau per la conservazione del vino in Svizzera. Il Terra di Lavoro vi è presente con due annate memorabili: il 2011 e il 2012.
I vitigni utilizzati per ottenere questo rosso fuoriclasse, sono il piedirosso e l'aglianico, coltivati su terreni sabbiosi in modalità biologica a 400 metri sul livello del mare, sul versante che guarda il golfo di Gaeta. Dieci ettari complessivi di vigneti, in parte bonificati e altri impiantati ex novo.
Dopo la vendemmia, le uve fermentano in acciaio e rimangono a contatto con le bucce per 15 giorni circa. Seguono poi altri 20 giorni con affondamento manuale del cappello, effettuato più volte al giorno. La fermentazione malolattica avviene sempre in acciaio e per la maturazione il vino viene lasciato in barrique nuove di Allier e Never per circa un anno. Segue l’affinamento in bottiglia per altri 8 mesi.
Le annate da me degustate hanno impronte differenti ed è difficile decidere quale vino sia il "più buono", quando tutti rasentano la perfezione. Ciò che emerge e li accomuna è di certo la loro grandissima personalità.
Il Terra di Lavoro è una prova autentica di quanto la Campania, antica o moderna, possa essere davvero “felix”.