Nuove etichette per Maso Warth di Moser

La casa vinicola trentina famosa per i Trentodoc affida all'artista Paolo Tait l'immagine dei vini fermi.
Colpiti nel segno… o meglio “dal segno”. Quello di Paolo Tait che firma le nuove etichette della linea Warth di Moser. La produzione prende il nome dal Maso trentino dove hanno sede la cantina e una parte dei vigneti. L’etichetta, con quei tratti decisi, senza troppi fronzoli e capaci di raccontare una storia artigiana di fatica e di materia, dà voce anche a un territorio con una lunga storia alle spalle. Questa immagine ricca di contenuto trasmette al contempo un animo contemporaneo e pop.
La famiglia Moser ha affidato la realizzazione di ben sette etichette a Paolo Tait, pittore e scultore trentino, da anni personalmente legato alla famiglia stessa. Quasi uno “zio” che ha saputo ascoltare e quindi apprendere l’essenza dell’azienda e della sua produzione.
Della linea fanno parte Gewürztraminer, Riesling Renano, Moscato Giallo, Müller Thurgau, Lagrein, Teroldego nella versione più fresca e poi Rubro, più affinato e pensato in un’ottica di maggiore longevità. Tutti vini tra Trentino Doc e Vigneti delle Dolomiti Igt.
La cantina Moser, datata 1979, porta un nome celebre anche grazie alle imprese sportive di uno dei suoi fondatori. Ad oggi è molto conosciuta per i suoi vini Trentodoc, spumanti metodo classico da Chardonnay e Pinot Nero. Una produzione che al momento conta tre differenti etichette, con qualche novità in arrivo (SPOILER). Trentodoc dallo stile pulito, verticale e affilato, di grande piacevolezza nella beva e spinta sapida. La produzione degli spumanti ha in qualche modo cannibalizzato, e le è stato permesso di farlo, la produzione di vini fermi che però, dal punto di vista produttivo, non è mai stata trascurata. Oggi, con una nuova veste, è arrivato il momento di spingere anche la produzione dei vini fermi, altrettanto rappresentativa e dalla storia decisamente più antica rispetto alle tanto amate bollicine di montagna.
La famiglia Moser affonda le proprie radici nella Valle di Cembra; fondata dai fratelli Diego e Francesco oggi vede protagonisti i loro figli, rispettivamente Matteo, enologo, e Carlo, che si dedica più ad aspetti commerciali e dirigenziali. Una conduzione quindi ancora famigliare a ancora al maschile; celebrativa delle pendenze, dei vitigni autoctoni ma non solo, delle escursioni termiche dei territori di montagna e soprattutto dell’altitudine. Eroici per definizione i vigneti si dividono tra forme di allevamento a pergola trentina e a Guyot.
La pergola trentina a sua volta si è adattata in base alle caratteristiche del territorio, non è sempre aperta a valle, come regola vuole, ma talvolta asseconda la pendenza causa direzione e forza del vento. Il Guyot ha diversi vantaggi, ma non è da meno nella richiesta di attenzioni, specialmente, ancora una volta, nella gestione della chioma e nell’approvvigionamento di acqua.
Tra le varietà coltivate prevalenza di bacche bianche e molta importanza a due vini in particolare, il Moscato Giallo, versione secca, e il Riesling Renano, per cui l’enologo ha una sfacciata preferenza. Il Moscato Giallo, varietà che purtroppo ha dovuto negli anni lasciare spazio a altri vitigni più attraenti per il mercato, conserva quel tocco di nostalgia per il passato che genera inevitabilmente affezione da parte della famiglia Moser. Oggi è proposto come vino da aperitivo, quel vino per cui non serve un motivo particolare per stapparne una bottiglia. Profumato e di facile beva, sapido al palato è davvero una coccola e nel calice finisce subito. Tutt’altra storia quella del Riesling Renano la cui sfida è quella di durare il più a lungo possibile in bottiglia. E ce la fa, essendo per natura ricco in precursori aromatici, in particolare TDN, la molecola responsabile del suo tipico odore di cherosene che negli anni continua a essere rilasciata rendendo da un lato il vino sempre riconoscibile dall’altro aiutando a mascherare deviazioni ossidative date dall’invecchiamento [cfr Il Respiro del Vino, Luigi Moio]. Questo vino inoltre riceve numerose attenzioni anche in cantina, da parte di Matteo, che contribuiscono a renderlo tecnicamente pulito, senza difetti, varietale e pronto a maturare nel tempo.
Altra varietà, questa volta rossa, su cui Moser sta puntando, tanto da presentarla in due versioni, è il Teroldego. Rosso e autoctono, Moser lo coltiva in zona collinare, Sorni, limitrofa alla più conosciuta e doc Piana Rotaliana. La versione più semplice e dal carattere quotidiano è un vino vinificato in acciaio e maturato in barrique usate per 7-8 mesi; e Rubro, una sorta di Riserva, che per due anni matura in barrique nuove al 50%. Nato con la vendemmia 2018, disponibile ora, per la prima volta.
Vigneti delle Dolomiti Teroldego Rubro 2018
93/100 - € 28,00
100% Teroldego. Acciaio poi matura in barrique nuove per il 50% per 2 anni. Rosso intenso. Naso complesso, ampio e caldo. Già ricco in sensazioni balsamiche e cioccolato. Frutto nero intenso che fa da base al tutto. Bocca cremosa e vellutata, con un tannino ancora in fase di maturazione ma dalla trama distesa. Lunga sensazione fruttata e agrumata al palato.
Vigneti delle Dolomiti Moscato Giallo Warth 2021
88/100 - € 13,00
100% Moscato Giallo. Acciaio. Giallo oro brillante. Frutto tropicale al naso con mango molto riconoscibile. Bocca salata ma anche cremosa e oleosa. Emergono sul finale sentori di salvia e mentuccia. Sorso molto dritto, piacevole.
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