Èthos di Forchir, un blend “resistente”

I vitigni resistenti sono ormai una realtà, come dimostra la degustazione di Èthos dell’azienda Forchir, ma per la burocrazia italiana sono ibridi, quindi non possono produrre vini Doc.
Con soddisfazione per il risultato conseguito, il titolare dell’azienda Forchir Gianfranco Bianchini, affiancato dalla figlia Giulia, ha presentato a una nutrita schiera di giornalisti non solo italiani il vino Èthos, un blend dei cinque vitigni bianchi da viti resistenti a peronospora e oidio, figlie di incroci fra tocai friulano e sauvignon con viti resistenti, ottenuti dalla ricerca dell’Università di Udine e dall’Istituto di Genomica Applicata, che fa riferimento alla stessa università. Ci sono voluti quasi quindici anni per arrivare, grazie anche al supporto dei Vivai Cooperativi di Rauscedo, a questo vino, proveniente da 7 ettari che per tutto il 2018 hanno subito soltanto un paio di trattamenti, contro i 14-16 dei vitigni tradizionali.
Pur non essendo altro che il risultato di incroci fra varietà di vitis vinifera, la austera burocrazia ministeriale italiana li ha iscritti nel registro delle varietà come ibridi e, in quanto tali, necessitano di autorizzazione dalle singole regioni per essere piantati, senza potersi di fregiare di Dop o Doc. Pare ci stiamo avvicinando alla possibilità di commercializzare i vini come Igp, ma ci sono ancora resistenze. Totalmente diverso è quanto accaduto in Germania, dove i vitigni ottenuti con simile metodologia, considerata la non nocività per il consumatore, sono diventati da subito Dop.
Nel 2018 i Vivai cooperativi di Rauscedo hanno venduto 1,2 milioni di barbatelle resistenti, ha spiegato il direttore degli stessi vivai Eugenio Sartori. Si tratta di cinque varietà di uve a bacca bianca: da uve tocai friulano si sono ottenute due varietà, chiamate fleurtai e soreli, mentre dal sauvignon i discendenti si chiamano sauvignon kretos, sauvignon nepis e sauvignon rytos. A queste vanno aggiunte le cinque varietà rosse: merlot khorus, merlot kanthus, cabernet eidos, cabernet volos e lo julius, con genitore il germanico regent.
Una caratteristica comune ai vitigni a bacca bianca è la maturazione piuttosto precoce, che in certi casi si avvicina alle tre settimane.
L’Èthos 2018 è elegante e con profumi delicati ma del tutto evidenti, con giusta sapidità e freschezza e con soli 12 gradi alcolici. Al pubblico sarà presentato al prossimo Vinitaly e in azienda al privato il prezzo è stato fissato a 7 euro.
C’è molta curiosità per come reagiranno i consumatori a fronte di questa nuova proposta enologica. Di certo nell’Èthos non troveranno tracce di fitofarmaci e microinquinanti artificiali e il merito va alla equipe dell’IGA di Udine guidata dai professori Michele Morgante e Raffaele Testolin, affiancati da ricercatori di valore come Gabriele Di Gaspero, intervenuto alla manifestazione.
L’azienda Forchir, situata a Camino al Tagliamento e fondata nel 1904, è stata acquisita nella seconda metà degli anni ’90 da Gianfranco Forchir, che l’ha progressivamente ampliata fino agli attuali 245 ettari, in gran parte di proprietà e il resto in affittanza lunga. La spettacolare cantina è del tutto autosufficiente in termini energetici, grazie a pannelli fotovoltaici e scambiatori di calore. La produzione imbottigliata rasenta i due milioni di pezzi, che finiscono perlopiù nell’horeca.
Èthos 2018
89/100 - 7 €
Da uve fleurtai, soreli, sauvignon kretos, sauvignon nepis e sauvignon rytos (tutti vitigni resistenti derivati da tocai friulano i primi due e da sauvignon gli altri tre). Affinato in acciaio sui lieviti circa 3 mesi, senza solfiti aggiunti. Giallo paglierino, è elegante e con profumi delicati ma del tutto evidenti, con giusta sapidità e freschezza e con soli 12 gradi alcolici.
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