003 Missione Bio
È da un po' che sento parlare della cantina Jasci & Marchesani. Da amici, enotecnici, colleghi. Ma non avevo mai avuto modo di assaggiare nulla. Poi l'incontro ad una fiera. Le tanto discusse fiere di cui molti si chiedono l'utilità. E forse queste mie righe possono essere una risposta. Non determinante, che non cambia il corso degli eventi, ma è comunque una risposta.
E così eccomi al loro stand. Regione Abruzzo, Vasto, in provincia di Chieti. Che l'azienda sia biologica è scritto ovunque a caratteri cubitali. Non sono una purista e ad un vino non perdono nulla per il fatto che sia bio. Ma l'assaggio è sorprendente, in senso assoluto. Inevitabile, al ritorno dalla fiera, partire alla volta dell'azienda per conoscerla più a fondo.
Scopro così che Nicola Jasci, attualmente alla guida della cantina, è produttore di terza generazione e che l'azienda è condotta in biologico dagli anni Sessanta, quando ancora non si parlava di certificazioni. Quindi, la formalizzazione e la registrazione come azienda biologica dal codice 003. La terza in Italia.
Negli anni il papà di Nicola ha acquisito molti terreni e ha impiantato tanto montepulciano. Per il base, su due versanti, tre cloni diversi, ma tutti a grappolo spargolo e dall'acino piccolo. Quello che si dice il montepulciano di una volta. Siamo in una vigna a trecento metri sul livello del mare, che vedo a una manciata di chilometri di distanza. La zona è molto ventilata e gli alberi da frutto sono cresciuti piegati dal vento.
Nicola passeggia con me tra i filari della vigna, madre del suo montepulciano base di cui produce 150.000 bottiglie. Mi racconta della vendemmia che avviene nell'arco di oltre venti giorni, perché i tre cloni maturano in momenti diversi. Importante per chi raccoglie a mano e vuole lavorare immediatamente le uve in maniera ordinata e pulita in cantina. Nicola ha portato una ventata d'innovazione nell'azienda, che pure cavalca da sempre onde vergini. Ha impiantato vitigni forse apparentemente improbabili per la zona, ma ancora una volta ha avuto ragione. Non è certo lo chardonnay a stupirmi. Ma il riesling. Confesso di essere rimasta perplessa in prima battuta.
Tornati in cantina, Nicola prende una bottiglia con gabbietta, pronuncia le parole metodo classico e nella mia mente una sola domanda: perché? Non sono una sostenitrice delle bolle sempre e comunque. Tutt'altro. Ma di nuovo un assaggio che sorprende. Un metodo classico dosage zéro, prodotto in tremila esemplari, da uve pecorino, chardonnay e riesling. E non posso che piegarmi, come quegli alberi da frutto, di fronte a tanta cura e padronanza di un mestiere che sta guidando Nicola all'eccellenza.
Due poli opposti convivono nell'azienda Jasci & Marchesani, quelli che si sentono pronunciare di continuo e di cui forse sono un po' stanca. Tradizione e innovazione. Ma questo binomio definisce questa azienda in maniera perfetta. Dalla vigna alla cantina un ciclo che non vede forzature. Rispetto e lavoro, i due monoliti che quadrano il cerchio.
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