Il suono dell’irriverenza

Il 10 marzo del 1964 Simon & Garfunkel registravano The Sound of Silence, una delle loro canzoni più famose e brano che, solo due anni più tardi, avrebbe scalato le classifiche di ascolto in molti Paesi, conquistando il cuore e la mente di tante persone. Impegnata, di protesta, irriverente ma anche malinconicamente individualista, The Sound of Silence mette in luce, sembra quasi un ossimoro, la difficoltà dell’uomo nel comunicare, nell’esprimersi e nel condividere. Con questo testo, vera icona della musica oltre il tempo, gli ideali degli anni Sessanta iniziavano a sgretolarsi e l’equilibrio di intere generazioni si spezzavano in una denuncia capace di irrompere come un roboante silenzio.
Marzo 2017, nel mondo brassicolo italiano, l’equilibrio si sta gradualmente rompendo e ciò che amiamo, la birra, rischia di assumere forme aliene, finalità estranee alla sua natura, insolite strade di comunicazione e di diffusione; il tutto in un assordante suono del silenzio. Mode, multinazionali e ristoranti cool stanno cercando di distorcere lo spirito della birra artigianale italiana, in nome del business is business, rendendolo sempre più simile a quello ancora sin troppo patinato del vino che, anno dopo anno, vede inesorabilmente calare i consumi.
Da questo declino ci salveremo e ci salveranno le piccole brewfirm, i birrifici artigianali legati al territorio e menti irriverenti come quella, ad esempio, di Stefano Allera, già deux ex machina di Behop, società di distribuzione di birre ricercate, identitarie, di alta qualità e oggi a capo del progetto Irreverence. Non esiste un birrificio, uno spazio fisico, ma solo un’idea, un progetto mentale e di cuore che, caso per caso, viene realizzato in partnership con altri birrifici.
Siamo di fronte a un migrante della birra, un Ulisse moderno che approda in un birrificio e, insieme al padrone di casa, crea qualcosa di nuovo e di diverso, sempre con canoni di grande precisione tecnica ed estrema bevibilità. Drink it or leave it, questo è il motto, bevi o lascia stare, ma se non lasci stare… semplicemente, bevi. Questo è il Genio della birra, lo spirito nascosto di una bevanda millenaria che deve piacere ma, prima ancora, dissetare ventri e cuori.
La linea di birre è ampia e noi questa volta, in onore al 51esimo anno della nascita del pezzo di Simon & Garfunkel, ci concentriamo sulla Black Silence, la Stout del gruppo, prodotta in collaborazione con il birrificio Endorama di Grassobbio (Bergamo). Lo stile è quello di una Stout immediata, se volete anche facile, ma così deve essere una birra, qualche volta complessa ma mai complicata. Il difficile, se volete, ma è la cosa che rende unica la linea Irreverence, è che non è imbottigliata ma venduta solo in fusti in alcuni selezionati pub in tutta Italia. A voi quindi l’onore della scoperta: anche questo e soprattutto questo è birra.
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Black Silence
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Birrificio Irreverence | 17/03/17 | Alessandro Brizi |
Scura come una notte senza stelle, impenetrabile e orlata da una schiuma compatta color nocciola. Olfatto intenso e speziato, più evidenti le note officinali e di liquirizia rispetto ai classici... Leggi tutto |