Alta quota, la birra sociale

La birra fa notizia quando è di qualità, innovativa, modaiola, aggrega persone ma soprattutto quando fa del sociale la sua prerogativa principale, aiutando uomini e donne a costruire un futuro. Appartiene a quest'ultima categoria di “notizie” la storia del birrificio Alta Quota di Cittareale (Rieti), efficiente esempio di integrazione da una parte e professionalità dall’altra.
C’erano cinque ragazzi italiani e quattro afgani - non è l’incipit di una barzelletta vintage anni Ottanta - e correva l’anno 2010 quando il “manipolo” diede vita a un progetto che vedeva la creazione di un laboratorio sperimentale per la produzione e la commercializzazione di birra all’interno di un edificio un tempo adibito a scuola elementare. Al timone dell’avventura, inserita nell’ambito del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati avviato dal Comune di Cittareale già nel 2008, Claudio Lorenzini, ancora oggi guida il birrificio.
Con poca esperienza ma tanta voglia Lorenzini e i suoi danno vita alla Principessa, una birra bionda realizzata con l’aggiunta del farro, tipico cereale della zona, che alla fine dello stesso 2010 viene presentata al Salone del gusto di Torino. Il successo è senza precedenti e tra la fine dell’anno e i primi del 2011 il laboratorio, gestito da una cooperativa, si trasferisce a Selvarotonda, stazione sciistica a 1.600 metri di altitudine, in una struttura di 90 metri quadrati. Qui la produzione si consolida e nascono tutte le birre ancora oggi prodotte dal birrificio; tuttavia la domanda delle birre Alta Quota cresce, così anche questo sito produttivo diventa inadeguato. Il 14 dicembre 2013 Claudio, insieme ai suoi ragazzi, trasferisce l’attività produttiva in località Ricci, sempre nel comune di Cittareale, all’interno di una struttura di oltre 700 metri quadri.
Il resto è storia d’oggi: 13 birre prodotte più un amaro, una struttura economica e produttiva solida e un’offerta ampia e territoriale che comprende anche un’osteria, realizzata dai falegnami Mohammad Gul e Mohamed, due ragazzi afgani giunti proprio nell’ambito del progetto di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati, e un museo degli attrezzi agricoli.
Le birre Alta Quota sono calici di carattere, ricchi di profumi, generosi nel volume e di grande golosità. Tra le tante tipologie proposte abbiamo scelto la 03 Omid, una Brown Ale dal colore impenetrabile e di grande intensità realizzata con l’aggiunta di farro di Cittareale. Una piccola chiosa: la gran parte dei ragazzi afgani usciti dal programma di accoglienza ha deciso di rimanere a Cittareale, a fare birra o arredi per l’osteria, scegliendo così di diventare, a tutti gli effetti, dei reatini Doc.
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03 Omid
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Alta Quota | 17/02/17 | Alessandro Brizi |
Impenetrabile mogano scuro alla vista, con cenni rame e schiuma compatta color nocciola. Olfatto potente, caratterizzato da un bel mix di note di erbe officinali, cacao, caffè, caramello, toffee,... Leggi tutto |