Ugolaia di Lisini, il mito sconosciuto
Il Brunello di Montalcino Ugolaia di Lisini è una selezione di altissima classe che viene spesso, a torto, “dimenticata”.
Ci sono aziende che cavalcando i social, le mode, il “sapersi muovere”. Hanno una risonanza, che va ben oltre il loro reale valore. Poi ci sono aziende che hanno fatto e continuano ad impreziosire il mito di alcune zone con i loro vini e non sono abbastanza glamour per le “giovani linci”.
Questo introduzione è d’obbligo per presentare l’azienda Lisini, di Montalcino. Uno dei fondatori del consorzio, di cui lo scorso anno si è festeggiato il 50 anniversario, era la mitica donna Elina Lisini, una persona che ebbi la fortuna di conoscere durante le prime esperienze ilcinesi, nel lontano 1988. Donna di grande cultura e classe, parlava del suo Brunello con affetto, ma preferiva parlare dell’azienda e di come si sviluppò nel tempo. L’azienda si trova in uno dei cru migliori di Montalcino, la zona di Sesta classica vicina alla sterrata che da Castelnuovo dell’Abate va verso S. Angelo in Colle, e possiede uno dei vigneti con l’esposizione e il terreno migliori della denominazione: Ugolaia appunto.
Dobbiamo dire che la sobrietà di donna Elina e una certa “confusione” familiare giunta alla sua morte hanno fatto sì che l’azienda non raccogliesse il dovuto nel momento di maggiore trasformazione “mediatica“ di Montalcino, ma i vini creati su questi terreni dal winemaker Franco Bernabei e dall’enologo Filippo Paoletti, da sempre presente in azienda, sono stati sempre molto buoni ; mentre il cru Ugolaia - in uscita solo nelle annate favorevoli - è sempre stato un riferimento per tutta la denominazione. Il futuro aziendale, dopo la stabilizzazione della transizione, è rappresentato da Ludovica Lisini, giovane e affascinante erede di questa nobile casata.
Insomma ora capirete perché tra il momento in cui ho ricevuto l’invito di Ludovica per una non meglio precisata verticale dei vini aziendali e la mia risposta siano passati pochi secondi. Mi preme ricordare che Elina Lisini faceva Brunello anche prima della fondazione del consorzio, quindi l’azienda è una delle pochissime ad avere una profondità di annate storiche veramente impressionante, un pezzo di storia di Montalcino soprattutto su questo versante dove molti avevano le vigne ma pochissimi imbottigliavano.
Arrivato a Montalcino una bellissima novità: la ristrutturazione di una casa di proprietà, meravigliosa, dove è stata recuperata la totale produzione storica dell’azienda, inventariata e ordinata su scaffalature in un ambiente termo condizionato. Insomma, come entrare in un museo ma un ambiente vivo, che mi ha acceso tanti ricordi e tanta curiosità su quelle che furono le scelte degustative di tanti anni fa. Insomma una grande fortuna.
Inutile parlare di annate di oltre 40 anni che rappresentano un’enologia quasi preistorica e non più ritrovabile. Mi piace ricordare solo come il Brunello Riserva 1975 fosse in forma strepitosa, ancora integro e verticale, e come ancora fossero coerenti le prime annate calde piombate a Montalcino, la 1985 su tutte, due vini profondamente diversi ma ancora integri. Di Ugolaia 2009, invece, Questo vino non ha punteggio poiché è praticamente introvabile in Italia, Ma grazie a lui conobbi la new generation aziendale rappresentata da Ludovica. Segui una grande discussione che ancora non finisce quindi se vi dovesse capitare di berlo mandatemi i vostri giudizi.
Brunello di Montalcino Ugolaia 1990
99/100
L’annata perfetta continua a mietere successi. Rubino classico olfatto di incredibile giovinezza con ancora le note fruttate di marasca e ciliegia ed una terziarizzazione composta su note di erbe officinali e un balsamico di macchia mediterranea, poi il tabacco biondo e alcune note di china. Trama gustativa fitta, che dona una progressione potente ma elegantissima grazie a tannini raffinati e una acidità contenuta. Il finale è sontuoso.
Brunello di Montalcino Ugolaia 1995
95/100
Un’annata complessa a lentissima maturazione, chi ebbe il coraggio di aspettare prese la decisione giusta e Lisini in questo fu facilitato dal clima di questo cru che andò a perfetta maturazione. Rubino brillante leggermente granato, mostra un olfatto ancora sul frutto rosso, con un sottobosco balsamico e leggermente invernale che sottolinea il grado di complessità. Ottima la fase gustativa che coniuga potenza, salinità e tannino con grande maestria, donandoci un finale assai saporito e persistente. Un vino di grande soddisfazione.
Brunello di Montalcino Ugolaia 2004
99/100
Un altro fuoriclasse che all’epoca dell’uscita si contese la palma di miglior Brunello di Montalcino con la Riserva di Biondi Santi. Personalmente preferivo Ugolaia per la ricchezza gustativa e quel tocco leggermente meridionale che dava una succosità superiore. Rubino classico ancora sgargiante, olfatto intenso e nitido sul fruttato rosso e nero, erbe officinali e un leggero affumicato, tabacco e sottobosco autunnale solo accennati Fase gustativa ancora da fuoriclasse, succosa intensa ed acide con un tannino risolto e ben rilassato. Il vino è ancora giovanissimo.
Brunello di Montalcino Ugolaia 2010
97/100
Da uve sangiovese, maturato in botti miste. Rubino granato, olfatto intenso tra note di sottobosco, marasca, china e agrumi. Gustativa di grande potenza ed eleganza grazie al tannino presente ma di gran classe. Progressivo di trama fitta e con un finale di rara compattezza e complessità. Una grande versione di questo grande classico della zona di Sesta.
Brunello di Montalcino Ugolaia 2012
97/100
Da uve sangiovese, matura in tonneau e in botti tradizionali per 48 mesi. Rubino leggermente granato molto affascinante. Bouquet di rara complessità e linearità, note fruttate classiche di marasche, visciola e more, poi una leggera affumicatura e speziatura leggera e chiara. Bocca di rara bellezza con equilibri austeri e sobri per una trama suadente e un finale elegantissimo di sale rosa e di grande persistenza.