Da FCO a Fco con novità

di Riccardo Viscardi 27/10/23
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Glacette Consorzio FCO

Presentata la mappatura di terreni e vigneti correlati a temperatura media, piovosità media, tempi di vendemmia medi degli ultimi 10 anni nei Colli Orientali del Friuli.

Facevo confusione già quando si diceva COF, ora grazie all’Europa che ci dona la perla di saggezza FCO non capisco più se sono a Fiumicino o già arrivato in Friuli, anche se confesso che la vista dei vigneti aiuta. In ogni caso dopo 15 anni di saltuarie, neanche troppo, visite abbiamo una notizia meravigliosa dal Consorzio Friuli Colli Orientali, peccato che molti associati non ne abbiano capito la portata, visto l’esito di alcune chiacchierate. 

Nulla di preoccupante: la solita concretezza friulana talvolta rallenta il pensiero “astratto” e così nel tempo si perde il Tocai (d’accordo, era una difficile difesa); l’industria della sedia (si era leader mondiali); aggiungiamo lo pseudo scandalo Sauvignon, tutto creato in casa, con ingenti danni alla regione, e ne deriva la stagnazione Friuli. 

Nella sede del consorzio Fco e Ramandolo, brillantemente presentato dall’addetto comunicazione e promozione Matteo Bellotto, abbiamo appreso il risultato di un lavoro decennale di raccolta dati. La mappatura di terreni e vigneti correlati a temperatura media, piovosità media, tempi di vendemmia medi degli ultimi 10 anni diviso per vitigni, differenziando i vigneti vicini se cloni e portainnesti erano differenti. Quindi ora un produttore sa esattamente se la zona in esame è siccitosa, umida, calda o fredda, quanta temperatura attiva è presente per la scelta di vitigni, cloni e portainnesti per valorizzare il singolo vigneto. Un lavoro pesante, lungo ma con una importanza enorme, sicuramente il primo in Italia su una zona così vasta. Per il futuro dovrebbe portare a una razionalizzazione dei vigneti dei Colli Orientali dove ancora vige l’antica usanza di fare tutto dappertutto, che è uno dei mali per la crescita del territorio. Si eviterà, ma forse la speranza è vana, di avere produttori con 4 ettari di vigna in corpo unico che producono 8 vini. 

Ma non è stata questa l’unica bella novità, abbiamo incontrato nei pranzi “pluriazienda” alcuni giovani produttori con idee nuove, importanti studi non solo enologici alle spalle ed una visione “diversa” del territorio. Interessanti le visite a due aziende che lavorano sui derivati del vino. La distilleria Domenis che ci ha proposto grappe di grande eleganza, e l’acetaia Midolini, con prodotti di grande personalità ben definiti dai confini delle tipologie. 

La cena di benvenuto è stata gestita perfettamente dai due chef stellati Matteo Metullio ed Emanuele Scarello con piatti stupefacenti come lo era il belvedere dell’Abbazia di Rosazzo prima di un fortunale che ci ha costretto a rientrare sotto una pioggia scrosciante.

Vi indichiamo ora le cantine che pur non essendo ancora presenti nella Guida Essenziale 2024 meritano una grande attenzione. Quello che mi ha colpito è che tutta la loro produzione è di buon livello, chiaro indicatore di ottima conoscenza e buon lavoro in vigna ed in cantina. Diciamo saranno famosi.





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