Ristorante Megaron: dove l’ingrediente è la star

di Antonella Amodio 18/10/23
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Ristorante Megaron Irpinia tavolo

La cucina dell’orto della chef irpina Valentina Martone coccola l’avventore per un’esperienza davvero indimenticabile nella Valle del Calore, a Paternopoli. 

Colto e mangiato, questa è la filosofia di Valentina Martone, chef e proprietaria con il marito Giovanni del Ristorante Megaron a Paternopoli. È un lusso andare a pranzo da Valentina, un privilegio che si apprezza seduti al tavolo del ristorante che apre solo su prenotazione per un’esperienza esclusiva ed inclusiva a tavola, perché la sua cucina, di tecnica e creatività, attinge all’orto di famiglia, si adegua al ritmo lento della stagione e al sapere contadino. 

Piatti autentici, che Valentina prepara al momento, recandosi personalmente a raccogliere le verdure, gli ortaggi, le erbe aromatiche, facendo rete con gli artigiani locali e infornando il pane poche ore prima di accomodarsi a tavola. Una cucina che sposa etica (senza sprechi), ecologia e salutistica in forma gastronomica, senza dimenticare il benessere dell’uomo e la tutela dell’ambiente (nessuna sostanza chimica è impiegata per l’orto), due aspetti importanti e di grande sensibilità. 

La chef ha come alleato il territorio di Paternopoli, il borgo che sorge nella Valle del Calore, nel cuore dell’Irpinia, una zona storicamente dedita alle colture orticole per via dei terreni fertili, nonché patria del vino, in particolare del Taurasi, che in questo areale si esprime con eleganza. 

Il paniere della spesa porta a tavola ingredienti tipici e tanta biodiversità: cipolle, patate, sedano, zucchine, zucca, pomodori, castagne, funghi, tartufo, legumi e tanto altro. Gli ortolani locali, ad esempio, hanno selezionato nei secoli un broccolo primaverile, chiamato aprilatico, dal caratteristico sapore amaro e sulfureo, diventato da qualche anno Presidio Slow Food grazie all’impegno di Valentina Martone, che celebra da sempre la grandezza di questa eccellenza gastronomica attraverso i piatti, conquistando nel tempo il titolo di regina del broccolo aprilatico

Al Megaron è appunto l’ingrediente la star, trasformato poi da mani esperte e delicate. Mitiche sono le zuppe nella stagione fredda, le paste fatte in casa, le confetture, i sottaceti e le conserve che fanno parte della dispensa del ristorante. Oggi, sempre più chef codificano la cucina green del buon vecchio orto come nuova frontiera gastronomica, un fine dining contemporaneo, per offrire piatti dal sapore unico e con materie prime freschissime e di stagione, colte a pochi metri dai fornelli. Al Megaron questa cucina si propone da sempre, da quando Valentina e Giovanni hanno rilevato il ristorante di famiglia nel 2000, trasformandolo da locale dedito ai banchetti nel tempio del “progresso a tavola tornando all’antico”, esaltando il patrimonio agroalimentare territoriale che cresce con la cadenza delle stagioni. 

La bravura di uno chef non si misura solo sulla cottura di un piccione o di un carré di agnello, bensì anche nel saper trasformare una verdura appena colta in un piatto della memoria. Ad accompagnare la cucina del Megaron, c’è una splendida carta dei vini, dove si scorgono etichette memorabili e annate di vini introvabili di produzioni irpine e italiane, che Giovanni, da perfetto padrone di casa e appassionato sommelier, non esita ad aprire. 

La spesa media di un menù di 5 portate si aggira sui 45,00 €, mentre il costo dei vini in carta denota un ricarico più che onesto.

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Megaron Ristorante
18/10/23 Redazione




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