Barlèsh, a tavola nella filanda sull’Arno

di Paolo Valdastri 15/02/23
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Ristorante Barlèsh Montevarchi

Francesco Berardinelli non è un cuoco convenzionale, propone preparazioni appetibili e misurate in armonia con l’ambiente grazie a un’esecuzione impeccabile e meditata. La carta dei vini è stringata ma intrigante, l’accoglienza è calda e rilassata, il servizio molto curato.

Montevarchi: quali sono le attrattive di un centro commerciale e industriale, uno dei luoghi più distanti dal mare della Toscana, per di più senza particolari pregi paesaggistici panoramici montani, situato nel fondo di una valle percorsa dal primo tratto dell’Arno, ma anche dall’Autostrada del Sole e dall’Alta Velocità?

Montevarchi si trova in una importante posizione strategica tra Firenze, Arezzo e Siena. In epoca medicea fu centro di importanti attività economiche, come i posti di raccolta e smistamento dei prodotti delle fattorie medicee del Valdarno e della Valdichiana. Qui avveniva la molitura dei cereali e la lavorazione del lino e della canapa. Nell’Ottocento iniziò la trasformazione industriale grazie alla disponibilità di lignite e all’inaugurazione di una fabbrica di cappelli. Oggi all’industria e al commercio si affiancano le attività agricole legate soprattutto al settore del vino dal momento che Montevarchi si trova nel cuore della rinnovata e vivace Doc Valdarno di Sopra che fu codificata già nel 1716 con il Bando di Cosimo III de’ Medici.

Nessuna meraviglia insomma nello scoprire una gemma come il Barlèsh, ristorante nel vecchio centro storico della città, nel vicolo delle Filande, nei locali che ricordano il fervore di importanti attività lavorative del passato.

Barlèsh non è un luogo convenzionale e non è solo cucina. La disposizione degli ambienti e dei volumi, lo sviluppo degli spazi in verticale, le ampie finestre, i tavoli di diverse dimensioni, predispongono ad un’accoglienza calda e rilassata, dove i rumori di fondo non vanno oltre al mormorio e consentono di conversare agevolmente con i vicini. I fuochi sono a vista, il servizio curatissimo e attento. Se a questo si aggiunge una cucina oculata nelle preparazioni, golosa e comprensibile, ecco che Barlèsh diventa il riferimento di elezione sia per il pranzo di lavoro che per il tempo libero, giustificando il viaggio o la sosta.

A capo di tutto questo c’è Francesco Berardinelli, nato in Piemonte (barlèsh vuol dire “balocco preferito”) sul Lago Maggiore da madre veneta e padre molisano. Cresciuto a Montevarchi, inizia la sua esperienza con l’osteria di Rendola per poi passare ad Imola, Piacenza, New York, Hong Kong, Mosca e Parigi. Un concentrato di esperienze che si distilla alla fine con il ritorno a Montevarchi e un’idea precisa. La sua cucina è una Cucina Improvvisa: “improvvisa - la definisce Francesco - come uno scroscio d’acqua, come la fioritura di un albero di ciliegio o l’arrivo della nuova stagione, che ci dice che tutto si ripete, ingannandoci, perché tutto nel frattempo è già cambiato”.

Francesco Berardinelli non è un cuoco convenzionale. Sostiene di “cucinare semplicemente e per offrire il calore dell’ospitalità di Barlèsh agli amici e a tutti i golosi del mondo”. La sua cucina è in continuo movimento, appare e scompare a seconda delle disponibilità e dell’ispirazione del momento, ma non è un laboratorio sperimentale a spese del cliente. Al di sopra di tutto, la professionalità e l’estro di Francesco rendono le preparazioni appetibili e misurate in armonia con l’ambiente grazie a un’esecuzione impeccabile e meditata. La carta cambia una volta al mese seguendo il ritmo delle stagioni ed è affiancata da un menù degustazione rinnovato ancora più spesso in base al mercato. 

Accanto a piatti di stretta tradizione locale come il “crostino di fegatini” e l’“insalata di pollo Valdarno”, nella carta troviamo idee come il “pane burro e ravanelli”, gli “spaghetti freschi al sugo finto, pecorino e ciccioli”, o la “francesina di manzo, pecorino toscano, chips di patate dolci”. Nel menù degustazione possiamo imbatterci in un “hummus di barbabietola, raperonzoli, gelato di pecorino e olive secche”, nei “tortelli speziati di ricotta e prugne con ragù di salsiccia e porri”, nella “faraona di Laura Peri al mattone con cipolline all’agro”.

Per i vini c’è una carta molto stringata, centrata su produttori piccoli ma con grandi storie da raccontare, spesso amici cari di Francesco. Se in lista, sotto la voce “il vino quotidiano” trovate il Rosso di Valtellina di Arpepe o il Chianti Classico di San Giusto a Rentennano, potete comprendere in quali sorprese vi imbatterete nel resto della proposta, dal Vigna Barbischio di Alongi, all’UNO di Carleone, al Poggio delle Rose di Castell’in Villa, oppure, meraviglia delle meraviglie, una salita fino al valico di Chiunzi per lo E’ Iss Prefillossera Tintore di Tramonti della Tenuta San Francesco.

Uscendo dalle sale del Barlèsh rimane nella mente una sensazione di equilibrato benessere e di spirito positivo, di soddisfatta rilassatezza, come se si fosse usciti da una calda e accogliente sorgente termale, rigenerati nel corpo e nello spirito.

 

Barlèsh
Vicolo delle Filande, 6
52025 Montevarchi Arezzo
Tel. 348 001 0665
www.barlesh.it
@barlesh

Menu degustazione 60€. Alla carta: primi 18-22€, secondi  20-24€.
Aperto tutti i giorni dalle 18.00 per aperitivo e cena.
Chiuso domenica e lunedì

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Barlèsh
15/02/23 Redazione Aperto tutti i giorni dalle 18.00 per aperitivo e cena. Chiuso domenica e lunedì




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