Perché non chiediamo campioni

di Daniele Cernilli 24/06/19
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assaggi chianti classico 2019 doctorWine Daniele Cernilli e Riccardo Viscardi

Nel nostro lavoro di degustatori, evitiamo il più possibile di richiedere bottiglie ai produttori, ma assaggiamo liberamente e ci riserviamo il diritto di scrivere anche di quei vini che i produttori non vogliono inviare alle guide.

Una delle cose che più sorprendono i molti produttori che ci vogliono inviare i campioni dei loro vini è che noi cerchiamo di farne a meno. I collaboratori di DoctorWine provano a fare i loro assaggi nell’ambito di manifestazioni pubbliche, di fiere, avvalendosi della collaborazione dei vari consorzi sparsi per l’Italia, partecipando come giudici a concorsi vari, anche internazionali, naturalmente anche visitando un certo numero di aziende e partecipando a educational tour, persino acquistando bottiglie in enoteca o sui siti on line.

Questo consente di limitare al massimo le richieste di campioni e l’invio di bottiglie da parte delle cantine, evitando problemi e cercando di essere il più trasparenti possibili. Certo, in qualche caso, ma siamo a meno del 10% del totale, chiediamo campioni e accade quando non è possibile fare altrimenti, in zone dove non esistono strutture consortili od organizzazioni di produttori. Però sono delle eccezioni e la regola resta quella di cercare di fare diversamente.

Questo comportamento, che è una scelta aziendale e non pretende di essere migliore di altre, ha come effetto una grande meraviglia da parte di molti produttori, che a volte ci chiedono dove devono inviarci i campioni, e quando rispondiamo che li abbiamo già assaggiati, magari al Vinitaly o nell’ambito delle cosiddette Anteprime che si svolgono tra febbraio e marzo, rimangono di stucco.

Per quanto ci riguarda è un modo per rispettarli, per non infastidire o mettere in imbarazzo nessuno. Alcuni di loro non vogliono inviare campioni alle guide e hanno tutto il diritto di farlo. Noi abbiamo però il diritto di cronaca, qualcosa che è sancito persino dalla nostra legislazione, e quindi possiamo esercitarlo valutando liberamente e serenamente tutti i vini che ci interessano a prescindere dal fatto che un produttore ce li voglia inviare o meno, organizzandoci senza chiedere nulla a nessuno.

Non so dire se sia il modo migliore per procedere, di certo è diverso e molto impegnativo, ma evita imbarazzi e sospetti. Pensate soltanto che per fare una guida che contenga migliaia vini valutati, si possono movimentare anche più di ventimila bottiglie, alcune delle quali talvolta prendono strade che non sono proprio trasparenti. E non commento ulteriormente. Con il modo di procedere che abbiamo adottato si evitano anche questi problemi, e fosse anche solo per questo mi sembra una cosa positiva.





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