I moschettieri di Langa

di Vinogodi 31/03/21
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I 4 moschettieri di Langa vinogodi

I più grandi di Langa? Forse, sicuramente una selezione limitatissima ai vertici assoluti secondo le personali scelte di Vinogodi.

Premetto che mi lascio guidare istintivamente dal gusto personale, quindi non voglio fare torto a nessuno degli straordinari Nebbiolo assaggiati quest’anno, anno seppur horribilis dal punto di vista della qualità della vita, minata da lockdown e restrizioni che hanno permesso solo parzialmente libertà di movimento e assiduità di visita presso i produttori di Langa. Le poche volte che ci è stata data la possibilità di interagire personalmente e direttamente coi produttori hanno permesso di avere una panoramica abbastanza esaustiva, soprattutto in riferimento alle aziende straordinarie che caratterizzano oggi la benedetta territorialità di Langa. 

Fino ad oggi, e negli articoli degli anni precedenti, i “Moschettieri” erano tre. Quest’anno ne ho aggiunto un quarto, perché l’uscita di uno straordinario vino in annata altrettanto straordinaria ha permesso di godere di un ulteriore capolavoro enologico. Agli ormai usuali Giuseppe Mascarello (Barolo Riserva Cà’D’Morissio 2012), Roagna (Barbaresco Crichet Pajé 2012) e Giacomo Conterno (Barolo Riserva Monfortino 2014) nelle ultimissime uscite (Crichet Pajé addirittura in anteprima) abbiamo aggiunto il Barolo Riserva Ester Canale di Giovanni Rosso nell’annata 2016.

Avendo la fortuna di assaggiare praticamente tutte le produzioni di vertice delle Langhe ogni anno, non vuole essere una classifica ma una selezione limitatissima ai vertici assoluti, senza sminuire altri vini e produttori sempre eccezionali che quest’anno, oltretutto, sono usciti con un’annata straordinaria - la 2016 - che rimarrà negli annali.

Spero quindi di riuscire ad approntare un resoconto dettagliato, con un prossimo articolo, proprio dei vertici qualitativi di quest’annata, anticipando le straordinarie performance di GB Burlotto con Cannubi e Monvigliero, Giuseppe (Mauro) Mascarello con il suo Monprivato, Bartolo Mascarello, Vietti, Massolino (se mi permette di commentare l’assaggio in anteprima della Riserva Vigna Rionda 2016… oggi esce la 2014), Nebbiolo Ester Canale 2016, Bruno Giacosa, Rinaldi e Cappellano.

Ma per oggi veniamo a noi:

Barbaresco Crichet Pajé 2012 Roagna

99/100 - € 950 

Sono basito tutte le volte che l’assaggio, anche in questo caso come anteprima assoluta, quindi mi riservo numerosi altri assaggi prima della nuova edizione della Guida Essenziale. Solo 712 bottiglie prodotte, apparentemente un vero e proprio vin de garage. Sette anni di botte e uno di bottiglia, un riposo lungo per questo derivato dalle uve più vecchie sulla sommità dell’anfiteatro di Pajé raccolte a mano grappolino per grappolino, in uno scenario fra i più spettacolari dell’intero comprensorio. 

Il colore è rosso dalle luminosità elettrizzanti. I profumi sono inebrianti, intensi, spettacolari nel ventaglio fruttato, con ritorno di menta ed eucalipto, sfalcio d’erbe officinali, fragolina di bosco che caratterizza il tutto. Poi pepe bianco, melograno e persino un richiamo all’incenso. La bocca di energia rara, lunghissima, saporita, con trama tannica decisa e fitta. Difficilissimo non rimanerne impressionati.

Barolo Riserva Ester Canale 2016 Giovanni Rosso

98/100 - € 380

Siamo a Serralunga d’Alba, in Vigna Rionda. Le vigne sono quelle originarie possedute dal povero Tommaso Canale, storico produttore di Serralunga famoso per produrre gli straordinari Barolo, nel passato, a Bruno Giacosa, il celeberrimo Collina Rionda. Dopo un breve periodo di fornitura del Barolo Vigna Rionda (a metà del primo decennio del millennio) alla cantina Roagna, Tommaso Canale morì e il vigneto fu suddiviso fra gli eredi. Vitigno vecchissimo per la maggior parte spiantato. Giovanni Rosso ne lasciò intatta la maggior parte delle vecchie vigne originarie dedicando il vino alla cugina di Tommaso, Ester Canale, che ancora è in azienda e che ho avuto il piacere di conoscere di persona. 

Il vino è a dir poco straordinario, con un colore rosso vivissimo di tonalità affascinanti. Profumi estasianti e complessi, dalle classicissime rose macerate a una balsamicità acuta, poi liquirizia, lampone, spezie dolci. Bocca severa, potente ma di equilibrio sopraffino. Vino straordinario, purtroppo prodotto in pochissimi esemplari.

Barolo Monprivato Riserva Cà’d’Morissio 2012 Giuseppe Mascarello

98/100 - € 700

Anche in questa annata si presenta come vino monumentale: non parlo di struttura, quanto per sensazioni organolettiche generali, complessità, eleganza e forza espressiva. Da uve nebbiolo di varietà michet al 100%, nasce nel non lontanissimo 1993 e da allora ha incarnato l’essenza di un microclima storico, quello di Monprivato, amplificandone ulteriormente le già splendide caratteristiche sensoriali.

Rosso vivo non eccessivamente denso. Il naso è quasi da firma della maison: fiori appassiti, mentuccia, foglie secche, ribes, speziatura soffusa e ammaliante. La bocca ha stoffa da vendere, un drappo di seta che accarezza il palato senza violentarlo nonostante la trama tannica di fittezza notevole. Ha sostanza superba, è ricco e di volume, ma nonostante questo di bevibilità sorprendente. 

Barolo Riserva Monfortino 2014 Giacomo Conterno

100/100 dopo riassaggio meditato ed evoluzione in bottiglia nell’ultimo anno (nella Guida Essenziale 2021, al penultimo assaggio, “solo” 99/100) - € 1000 

Annata generalmente pessima, piovosa, fresca. In alcune aree grandine. In pochi hanno interpretato nel migliore dei modi un andamento così sfavorevole. Poi ci sono i colpi di fortuna: l’area di Serralunga e parte di Monforte è stata risparmiata dalla grandine e il drenaggio dei terreni ha limitato i danni. Il nebbiolo tardava a maturare. Presi dallo scoramento, molti hanno vendemmiato per disperazione nel periodo canonico, qualcuno ha scommesso ritardando la vendemmia… e ha avuto fortuna. Talmente tanta fortuna (e bravura) che qualche produttore è riuscito ad ottenere vini splendidi (segnalo Riserva Vigna Rionda di Massolino e Barolo Ester Canale di Giovanni Rosso, ma anche tutti i 2014 di Comm. Burlotto). Il gioiello assoluto è stato però ottenuto da Roberto Conterno. Un risultato talmente clamoroso, riducendo drasticamente le rese e ritardando la vendemmia, da produrre e promuovere tutto il Nebbiolo a Barolo Riserva Monfortino. Per anni sono riuscito a seguire questo straordinario vino, prima dalle botti (almeno 6 assaggi negli anni precedenti l’imbottigliamento), due volte nell’ultimo anno in bottiglia. L’evoluzione è stata clamorosa, fino al recentissimo assaggio (aprile 2020) per la Guida Essenziale e l’ultima a metà dicembre, sempre in entusiasmante evoluzione positiva. 

È rosso relativamente carico ma con una luminosità ipnotica. Profumi esplosivi di rosa canina in infusione e alloro, liquirizia, lamponi in confettura, gelatina d’amarena. Impressionante la balsamicità, quasi violenta. La bocca armoniosa e ricchissima, solenne, piena, avvolgente con carica tannica densissima che impressiona per capacità di stimolare il palato. Persistenza infinita, anche a bicchiere vuoto si percepiscono le volatili sensazioni. 

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