Bardolino cresce… e non solo nei numeri!

di Sissi Baratella 04/02/20
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Il Chiaretto che verrà

La strategia degli ultimi anni sta dando i suoi frutti: i cru valorizzano il Bardolino rosso e il Bardolino Chiaretto piace sempre più.

Lo scorso dicembre si è tenuta a Bardolino (VR), sul lago di Garda, la due giorni dedicata ai vini lacustri rossi e rosa. 

BARDOLINO CRU #bardolinocru

Il focus per il Bardolino è stata la narrazione dei cru, progetto nato nel 2015 e presentato per la prima volta nel 2018, che prevede la riscoperta di tre sottozone storiche. Descritte per la prima volta a fine ’800 da Giovanni Battista Perez; Montebaldo, Sommacampagna e La Rocca identificano tre microaree per la produzione del Bardolino differenti tra loro per vicinanza al lago, altitudine, composizione del suolo e microclima. Nelle tre sottozone la produzione d’uva è ridotta a 100 q/ha (da 120), gli affinamenti in cantina sono tendenzialmente più lunghi e i vini che ne derivano vengono sottoposti a un assaggio alla cieca da parte della commissione deputata al riconoscimento della menzione aggiuntiva che, di anno in anno, può essere confermato o meno. 

Cru sì o no? Decisamente sì trattandosi di un progetto di valorizzazione non solo di un vino ma anche di un intero territorio. Lago di Garda quindi non solo meta turistica, per lo più estiva, o luogo di evasione per i veronesi, ma soprattutto patria di un vino di grande personalità e piacevolezza. 

La produzione del Bardolino doc, in generale, si assesta oggi su circa 16 milioni di bottiglie, la diffusione del vino interessa Italia, USA e mercato scandinavo. Un importante numero di giornalisti e blogger americani era presente all’evento e in visita al territorio. 

IL CHIARETTO CHE VERRÀ #chiarettopink

Il focus si è spostato il secondo giorno sul Chiaretto, il vino rosa per eccellenza del nord Italia

Sempre base corvina e rondinella, questo prodotto sta prendendo piede e piace davvero tanto oltreoceano dove probabilmente il consumatore è meno condizionato da pregiudizi sul colore e sugli abbinamenti. Nello specifico abbiamo assaggiato campioni da botte 2019 in confronto con l’annata 2018, imbottigliata e in commercio. 

Un vino che oggi si aggira sui 10 milioni di bottiglie all’anno, prodotto da mosto di corvina, per lo più, e rondinella, svinato dopo poche ore di macerazione prefermentativa. Dal colore rosa pastello chiaro, brillante, trasparente e dai profumi tipici di pesca, ciliegia e spezia. Salato al palato, questo vino ha un gusto verticale memorabile. Una vendemmia 2019 di grande concentrazione, con una sensibile riduzione nelle rese rispetto al 2018; di buon equilibrio e struttura, si preannuncia davvero una buona annata.

Anche questa volta non è mancato il confronto internazionale. E se gli Stati Uniti sono “colonizzati” da rosé provenzali, perché non confrontarsi alla cieca proprio con loro? 

Coordinati da Gianpaolo Giacobbo, giornalista e degustatore, abbiamo degustato alla cieca otto vini di cui (ma questo l’abbiamo scoperto solo alla fine) metà erano Chiaretto e metà Rosé francesi, unico dato certo: erano tutti 2018. 

Prima di farvi vedere come è andata la mia degustazione vi spoilerò che… raccolte le preferenze di tutti i partecipanti, sul podio al primo e terzo posto c’erano due Chiaretto. Questo mi porta a trarre delle conclusioni:

1) il territorio veronese è sempre più legato alla sua uva regina, cioè la corvina, e questo sta ripagando in termini di riconoscibilità e unicità; quest’uva protagonista dei vini di Bardolino ma anche della Valpolicella, è anche attrice protagonista in purezza in molti Igt.

Oggi è sempre più rappresentata, si tratti di vino rosso o rosa, per le sue peculiarità in grado di valorizzare territorio, sottozone e vini tradizionali. Caratteristiche che le vengono attribuite anche in Valpolicella da parte dei produttori, ma non ancora, a mio avviso, in maniera sufficientemente incisiva da parte dei disciplinari di produzione.

2) riguarda i vini e nello specifico mi riferisco al vino rosa, il Chiaretto. Non è il primo confronto alla cieca a cui partecipo tra Italia e Francia, e credo sia assolutamente giunto il momento di dire che i vini del lago stanno crescendo anno dopo anno, non solo nei numeri… ma anche e soprattutto nel ricevere consensi, complice anche un ottimo rapporto qualità/prezzo Finalmente! 

La degustazione in ordine di assaggio:

Bardolino Chiaretto 2018 Gentili

89/100 - 7,00 € 

Da uve corvina 60%, rondinella 30% e molinara. Dal colore rosa pallido, buccia di cipolla, si presenta brillante nel bicchiere. Al naso è cremoso e fruttato; ricorda uno yogurt alla fragola. Interviene poi un sentore più teso dove protagonista è sempre la frutta ma più tannica, come un tè alla pesca. Dolce quindi ma teso. In bocca la tensione si conferma con un tannino interessante, gusto secco e una sferzata di sale. Sorso medio persistente.

Côtes du Roussillon Rosé La Grande Cuvée 2018 Lafage

88/100 - 16,00 € 

Da uve grenache gris 70% e mourvèdre. Color buccia di cipolla dorata. Al naso è pungente con sentori di frutta gialla stramatura, ricorda l’uva passa. In bocca denso, aromi dolci di albicocca secca. Rinfrescano poi il palato sentori calcarei, più tesi. Buona la persistenza. Per essere uno dei miei rosé preferiti questa annata rispetto al solito è decisamente sottotono.

Bardolino Chiaretto Classico 2018 Valetti

87/100 - 7,00 €

Da uve corvina, rondinella, molinara e sangiovese. Dal colore rosa pastello, mediamente carico. Al naso è fruttato, ricorda la frutta gialla matura e dolce, con un sentore leggermente insolito spiegato forse dalla presenza del sangiovese. A colpire è la bocca di spessore e salata. Teso, dal tannino presente e persistente, è persistente anche nel ricordo sul palato. Buona beva.

Côtes de Provence Rosé 2018 Château de Pampelonne

90/100 - 13,00 €

Da uve cinsault e grenache. Dai riflessi gialli buccia di cipolla dorata. Da principio imperfetto al naso, un po’ ridotto. Successivamente regala note delicate di miele e cera d’api, accenni più balsamici al propoli ingentilite da note di talco. Ma è il sorso che mi ha conquistata, teso nel suo alternarsi tra dolce, acido e salato. 

Ventoux-Rhône Valley Rosé Terrasses 2018 Château Pesquié

87/100 - 11,00 € 

Da uve grenache. Color giallo tenue con riflessi rosa. Al naso si presenta floreale, in particolare ricorda il profumo di una rosa con qualche accenno che preannuncia alternarsi tra dolcezza e sapidità. Sul finale un lieve accenno speziato di zafferano. Il sorso è caldo, dolce fruttato e mediamente salato. Persistenza media. 

Bardolino Chiaretto Classico 2018 Guerrieri Rizzardi

89/100 - 7,00 € 

Da uve corvina 65%, rondinella 15%, sangiovese 10%, molinara e corvinone. Colore rosa antico molto tenue. Naso floreale con qualche nota più complessa di frutta gialla matura. In bocca il sorso è equilibrato, vellutato e mediamente salato. 

 

Bardolino Chiaretto 2018 Gorgo

90/100 - 7,00 €

Da uve corvina, rondinella e molinara. Colore rosa buccia di cipolla. Compatto e concentrato nel calice, profuma di rosa, fragola e pesca animate da sentori di mentuccia. Non manca un ricordo alla spezia. La bocca spinge molto in sapidità, di grande carattere. Si presenta ancora compatto, dal corpo non indifferente, complesso e di grandissima beva. Tappo a vite. 

Côtes du Rhône Rosé 2018 E. Guigal

88/100 - 10,00 € 

Da uve grenache 70%, cinsault 20% e syrah. Colore rosa pallido. Al naso racconta aromi di salamoia, di oliva verde. Intervengono poi note fruttate, non troppo definite. Interessante al palato, tanto frutto giallo come la nespola e note di mirtillo rosso. Mediamente sapido, interessante la componente tannica che aiuta verticalità e tensione. 

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