LR, la cuvée riserva di Colterenzio

Un assaggio profondo di 7 annate della Riserva dedicata a Luis Raifer ha mostrato un bianco sfaccettato e complesso, con grandi capacità di invecchiamento.

Colterenzio dedica la sua Cuvée bianca più pregiata al presidente onorario, Luis Raifer. Personaggio altoatesino di comprovata esperienza in campo vitivinicolo, ha ispirato la realizzazione di un nuovo vino, nato con la vendemmia 2011, ad oggi ancora sorprendente, e ora in commercio con la 2018. 

Cuvée LR è cambiata negli anni. Ma sempre di cuvée si tratta, e sempre celebrativa delle principali varietà bianche coltivate in Alto Adige. Il cambiamento più radicale è stato il passaggio da Chardonnay, Pinot Bianco, Sauvignon e Gewürztraminer a escludere negli anni il Gewürztraminer. Con soste in legno piccolo, di durata variabile a seconda dell’annata. Vestita di vetro bianco, protetto da una retina metallica, l’etichetta parla del suo contenuto presentando all’interno l’immagine di un dipinto, sempre diversa di anno in anno. 

Perché una cuvée

Nel realizzare una cuvée l’azienda ha visto l’opportunità di dare vita a qualcosa di unico che portasse la firma aziendale, qualcosa che andasse oltre lo spazio e il tempo. Un vino che fosse tutto loro e che al contempo potesse parlare di Alto Adige. Il risultato è un vino che non teme il passare degli anni, anzi ne giova facendo emergere le caratteristiche dell’annata e le scelte in campo e in cantina prese di volta in volta. Versatile anche a tavola trova facilmente una collocazione, fattore intrinseco degli assemblaggi di più uve. 

L’attenzione in vigna e in cantina, la tiratura limitata e il packaging studiato nei minimi dettagli preannunciano già un prodotto esclusivo. A renderlo ulteriormente prezioso il modo di comunicarlo, tramite immagini che evocano sensazioni. In parte il compito è stato affidato al regista Carlo Guttadauro, che ha realizzato uno short movie suggestivo. Il movimento del vino, nel calice, ma anche nel tempo dalla vendemmia al calice, è associato a quello di una giovane donna che tira di scherma. In tutto questo l’occhio vigile di Luis Raifer osserva impassibile e partecipa all’unione tra territorio, uva, vino e arte. 

Necessariamente la comunicazione di un prodotto eccezionale doveva essere fuori dal comune a sua volta. Fuori dal comune anche chi ci ha accompagnati in questo viaggio, a guidare la masterclass Gabriele Gorelli MW, unico Master of Wine italiano. 

In degustazione, con una veloce carrellata, le annate: 2011, prima annata, ancora in forma sorprendente ha sicuramente incantato tutti. 2012, l’annata più “fuori dal coro”, intrigante certo ma con una deriva leggermente stonata rispetto le annate sorelle. 2013, arrivata forse al momento migliore per essere degustata. 2015, salta un anno di produzione e si passa alla 2015, prima annata che esclude il Gewürztraminer, perde leggermente in immediatezza e rispecchia l’annata calda e potente. 2016, a mio avviso l’assaggio più convincente, vino armonico, comunicativo, a tratti rassicurante. 2017, giovane ma promettente, ricca in spinta verticale. 2018, decisamente intrigante ma a un livello ancora ancestrale rispetto al suo potenziale di evoluzione e crescita. 

Colterenzio si racconta come una giovane cantina cooperativa. La cooperazione di recente fondazione, 1960, coinvolge oggi 300 famiglie di viticoltori in Alto Adige. Nel 1979 Luis Raifer ne diventa direttore, trasferendo nuova linfa, idee e energie vibranti a tutto il comporto produttivo. Ecco perché, a distanza di trent’anni circa Max Niedermayr, attuale presidente, Martin Lemayr, enologo, e Alex Ferrigato, sales director, con sincera riconoscenza sono fieri di intitolare a lui un prodotto così speciale. 

• Colterenzio-Schreckbichl, Alto Adige Bianco Riserva LR 2016
• Colterenzio-Schreckbichl Alto Adige Bianco Riserva LR 2017
• Colterenzio-Schreckbichl Alto Adige Bianco Riserva LR 2018

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