Gravello Librandi: 30 anni e non sentirli

di Riccardo Viscardi 08/01/19
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30 anni di Gravello Librandi

Un grande classico calabrese che dimostra notevole vitalità anche nelle vecchie annate, sempre ad un prezzo imbattibile.

Nella bella cornice dell’hotel Mandarin a Milano, in occasione del trentennale del vino Gravello Val di Noto Igt di Librandi si è tenuta la verticale storica. La famiglia Librandi al completo e un set di presenze di spessore hanno creato un clima molto rilassato, piacevole e informale.

Per chi non lo sapesse, grave lacuna enologica, il Gravello fu il primo vino calabrese a ottenere grandi valutazioni sulla stampa nazionale ed estera verso la fine degli anni Ottanta. Nato da una geniale intuizione della famiglia Librandi e affidato alle cure tecniche di Severino Garofano, mitico enologo pugliese questo vino si affermò come uno dei pochi alfieri della rinascita del Meridione enologico italiano. L’idea originaria era di creare un vino con una base territoriale forte, il gaglioppo, e dargli un tocco di allure internazionale con un vitigno noto in tutto il mondo come il cabernet sauvignon. Questa pratica in quel tempo era abbastanza standard per incontrare un gusto più internazionale e provare a entrare nei mercati esteri che stavano iniziando a mostrare interesse per il vino italiano.

Le percentuali originarie prevedevano un massimo del 40% di cabernet, una quota che non è mai stata superata e che in molte versioni era più bassa. La fermentazione avveniva in tini di acciaio mentre il controllo della temperatura fu introdotto con l’arrivo in cantina di un giovane Donato Lanati chiamato a sostituire il maestro oberato da troppi impegni nella sua terra natia: il pugliese fu sostituito da un piemontese, entrambi persone di spicco nell’enologia italiana. Per l’affinamento furono scelte le barrique francesi anche per sondare le loro proprietà sul gaglioppo. Il blend si rivelò vincente e non invasivo soprattutto nell’invecchiamento.

Una considerazione deriva dalla verticale ed è la conferma che l’odierna e stantia polemica sull’uso delle barrique nell’invecchiamento dei vini è una idiozia totale priva di senso. Tutti i vini presentati e soprattutto le più vecchie, quando l’esperienza nell’uso di questi contenitori era limitata come la scelta degli stessi, ha dimostrato come il tempo abbia dato ragione agli artefici di questi vini che risultano ancora eccezionali e senza alcuna prevaricazione lignea.

Alcune indicazioni sul vigneto dal quale deriva il Gravello: il suolo è argilloso calcareo, il sistema di impianto è il cordone speronato con circa 5000 ceppi ad ettaro, una densità molto elevata per gli anni ’80 anno di impianto dei vigneti. Le macerazioni non superano ora i 15 giorni e si affina per almeno 12 mesi in barrique e almeno altri 6 mesi in bottiglia prima della commercializzazione.

Alcune annate mancavano in quanto le scorte sono infinitesimali e inoltre abbiamo fatto una cernita di quelle che maggiormente ci hanno impressionato. Nota di merito per la costanza qualitativa mostrata dalle bottiglie in degustazione con solo alcune perplessità generate dalla variabilità dei tappi prontamente sostituite e molto limitate.

Le annate più vecchie, del primo decennio, sono praticamente introvabili e anche per il decennio successivo l’impresa non è facile, quindi l’indicazione di prezzo è molto relativa. Più realistico, invece, il prezzo dell’ultimo decennio (sotto i 20 euro a scaffale) il che conferma l’incredibile rapporto qualità/prezzo di questo grande classico calabrese.

Gravello 1989

Il mito, il vino che proiettò Librandi nell’Olimpo dei grandi d’Italia. Con quasi trent’anni sulle spalle si mostra ancora in forma smagliante. Di colore rubino tendente al granato ma ancora compatto; olfatto intrigante su note di sottobosco autunnale e leggera grafite e un frutto ancora in memoria. Fase gustativa eccellente per trama e progressione con tannini risolti e una vena sapida accattivante che accompagna verso un ottimo finale consistente.

96/100

Prezzo: n.d.

Gravello 1990

Un'altra conferma a livelli notevoli. Granato brillante, olfatto nitido e intenso su note di china e liquirizia, poi vira sul sottobosco autunnale e una leggera spezia. Trama gustativa intensa, saporita, progressiva, con un tannino raffinato e il finale ancora fresco con ricordi di arancia. Molto persistente.

95/100

Prezzo: n.d.

 

Gravello 1999

Un salto temporale ampio dovuto alla scarsità di bottiglie e ad alcune annate saltate. Rubino leggero ben tenuto, olfatto integro con note di ciliegia, frutti scuri e spezie mediterranee. Ottima la progressione gustativa con tannini equilibrati, una buona sapidità e la trama elegante che regala un finale saporito, fresco ed intenso.

93/100

€ 28

 

Gravello 2001

Un altro fuoriclasse di cui avevo perso la memoria. Un rubino brillante e ben tenuto apre la via a un olfatto intenso e complesso su toni ancora giovanili, con una leggera tendenza a note di cabernet, come la grafite, il piccolo frutto nero e il sottobosco alpino. Poi la ciliegia e una lieve arancia rossa e finire il corredo aromatico. Bocca fresca, nervosa ma ben articolata con un finale molto persistente. Ottimo il tannino, elegante composto e buona sapidità.

95/100

€ 26

Gravello 2003

Un punto in più per la sorpresa che ha creato questa annata spesso difficile. Questa volta l’enologo aveva ragione dicendo che la sua annata preferita nei pre-assaggi fosse stata la 2003. Un colore rubino brillante senza cupezze e deviazioni. Olfatto incredibilmente intenso su note di arancio rosso, ciliegia matura e mirtillo. Bocca tesa con una sapidità evidente che ben accompagna il tannino rotondo e dà una incredibile profondità al vino che propone un finale molto intenso e persistente.

96/100

€ 28

Gravello 2005

Un grande vino da una annata praticamente opposta al 2003 per andamento climatico. Annata fresca e tardiva con il caldo solo a giugno e inizio luglio. Rubino brillante e compatto. Olfatto ancora giovanile sul fruttato rosso della ciliegia, poi more, ribes e note austere di sottobosco. Ottima la fase gustativa nervosa, verticale con buona progressione e trama succosa mai stucchevole grazie al tannino compatto e alla buona acidità. Il finale leggero e molto persistente.

95/100

€ 25

Gravello 2011

Rubino intenso, olfatto con note di tabacco biondo e scuro, poi si vira sul sottobosco estivo e macchia mediterranea. Fase gustativa con trama fitta e progressiva con un tannino ancora giovanile mentre nel finale torna la ciliegia leggermente calda ma il finale è persistente e molto meridionale.

93/100

€ 15

 

Gravello 2014

Rubino classico leggermente scarico, brillante. Olfatto intenso, pulito, con note giovanili tutto giocate sul frutto:  fragola, ciliegia e un cenno floreale di rosa. Bocca agile, sapida, piuttosto nervosa, molto elegante, non muscolare. Il finale di media personalità.

92/100

€ 18


 

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