Pinot Nero Alto Adige, il futuro sono le MGA

di Sissi Baratella 10/06/22
876 |
|
Castellfeder Alto Adige

In occasione della premiazione delle 24esime Giornate del Pinot Nero abbiamo gustato Pinot Nero da tutta Italia e potuto scoprire qualcosa di nuovo sul futuro di questo vitigno in Alto Adige. 

Cosa sono le giornate del Pinot Nero? Tenutesi a Egna, dal 29 aprile al 2 maggio, queste giornate sono state dedicate alla scoperta dei vincitori del concorso e di tutte le etichette partecipanti. Nel mese di marzo infatti trentacinque enologi sono stati chiamati a degustare alla cieca vini rossi da uve Pinot Nero da tutta Italia. Ottantasette, quest’anno, i campioni di Pinot Nero 2019 provenienti da 9 zone viticole italiane i cui assaggi alla cieca hanno portato a una top10 dove regna sovrana la regione Alto Adige su tutte. L’Alto Adige non solo si è aggiudicato 8 posti su 10 per quanto riguarda i vini premiati ma era anche la regione vitivinicola maggiormente rappresentata in termini di campioni in degustazione. Un posto della top 10 se l’è aggiudicato il Trentino e uno è andato all’Oltrepò Pavese. 

Ecco la classifica 2022:

  1. Kellerei Andrian – Alto Adige Pinot Nero Riserva Anrar 2019
  2. Schloss Englar - Alto Adige Pinot Nero Riserva Baltasius 2019
  3. Kellerei St. Michael Eppan - Alto Adige Pinot Nero Riserva Sanct Valentin 2019
  4. Kellerei Girlan - Alto Adige Pinot Nero Riserva Trattmann 2019
  5. Kellerei Bozen - Alto Adige Pinot Nero Riserva Thalman 2019
  6. Kollerhof Mazon - Alto Adige Pinot Nero Riserva Aegis
  7. Kellerei Terlan - Alto Adige Pinot Nero Riserva Monticol 2019
  8. Malojer-Gumerhof - Alto Adige Pinot Nero Riserva 2019
  9. Bellaveder – Trentino Pinot Nero Riserva Faedi 2019
  10. Ex aequo: Conte Vistarino – Oltrepò Pavere Pinot Nero Pernice 2019
                      Muri Gries Weingut/Klosterkellerei - Alto Adige Pinot Nero Riserva Abtei Muri 2019

Sebbene quindi il Pinot Nero sia una varietà presente in Valle d’Aosta così come in Abruzzo, tanto per citare un paio di regioni che hanno partecipato al concorso, il fatto che venga celebrato proprio in Alto Adige non è un caso. Qui la produzione sta prendendo sempre più piede ed è sempre più specifica e attenta. Oltre 500 ettari di vigneto sono dedicati a questa varietà la cui comparsa risale all’epoca napoleonica ma la cui identità è in fase di ricerca e affermazione a partire dagli ultimi 40 anni circa. È quindi da relativamente poco che possiamo parlare di Stile del Pinot Nero dell’Alto Adige. Questo stile, che ripeto è ancora in fase di definizione, è determinato da diversi fattori tra cui provenienza delle uve, produzione per ettaro e epoca di vendemmia, tecniche diverse di vinificazione in cantina, annata e ovviamente impronta aziendale. 

Proviamo a riassumere lo stile Alto Adige per punti.

Provenienza delle uve: obiettivo prossimo da raggiungere sarà il riconoscimento ufficiale delle menzioni geografiche aggiuntive, MGA. Non si sa ancora quante saranno ma presumibilmente nel numero di dieci. I suoli in questa regione si dividono tra porfido rosso e roccia calcarea tipo dolomitica. 

Produzione per ettaro e epoca di vendemmia: la produzione per ettaro, una volta trovato il sistema di coltivazione più adatto, cioè il Guyot, non è più stato un problema. Nelle zone vocate alla produzione di Pinot Nero avviene una sorta di autoregolazione nella produzione che si attesta attorno a 50-70 q/ha. L’epoca di vendemmia invece dipende dalla zona, dal microclima, dall’esposizione del vigneto e dall’altitudine. Di fatto la vendemmia può considerarsi per lo più tardiva. La zona più calda, ma anche considerata la più vocata è quella di Mazzon.  

Tecniche di vinificazione: in cantina potremmo riassumere il percorso del Pinot Nero in due concetti che parlando coi produttori sembrano piuttosto condivisi. 

  • necessità di condurre microvificazioni, che contribuiscono a rendere il tutto ancora più maniacale (oltre 40 microvinificazioni all’anno siamo d’accordo tutti che sono solo per chi non ama le cose semplici)  
  • fermentazione con presenza di raspi e/o grappolo intero (tecniche leggermente differenti che contribuiscono ad arricchire in freschezza e tannini il vino ma in un caso giocano sul tipo di tannino andando a selezionare i raspi più indicati, più verdi o più legnosi a seconda; nel secondo caso mette invece in campo anche la macerazione carbonica con il suo contributo in termini di aromi caratteristici e sensazioni di freschezza).

Annata: ultima in commercio la 2019, da segnare e tenere presente. Pare una delle migliori di sempre per i vini rossi. Dall’andamento climatico equilibrato e regolare, si caratterizza per una raccolta tardiva e maturazione omogenea. L’ottima escursione termica ha favorito lo sviluppo degli aromi delle uve pur mantenendo una notevole tensione nei vini. Queste caratteristiche la collocherebbero tra le annate dalla spiccata longevità.

Impronta aziendale: inevitabile il contributo dell’essere umano che accompagna l’uva nella sua crescita e poi trasformazione in vino. 

 

Ho avuto un assaggio, in prima persona, di tutto questo all’azienda Castelfeder, dove con il Pinot Nero è amore da sempre e dove recentemente viene celebrato in tre forme diverse più una riserva. Le tre sfumature di Castelfeder, vinificate allo stesso modo, sono dedicate a tre ipotetiche future MGA:

  • Mazon, zona famosa e vocata. Dall’altitudine più bassa e dal microclima più caldo. Qui ben si adattano i cloni francesi di Pinot Nero dal grappolo piccolo e compatto. (le classiche pigne, per capirci).
  • Glen, altra zona ormai famosa e celebrata per il Pinot Nero. La caratteristica è che Castelfeder ha vigneti dai 400 a oltre 700 m slm. Le vendemmie avvengono in base all’altitudine e in momenti diversi. La vendemmia in altitudine è tardiva, dove la vendemmia è tardiva tendenzialmente si prediligono cloni dal grappolo più spargolo.
  • Buchholz, zona in cui prevalgono maggiormente freschezza e verticalità. Non a caso qui ci sono i vigneti di produttori che fanno metodo classico. Vendemmia tardiva. Quest’espressione di Pinot Nero è fresca, agile, scattante. 

Per finire c’è poi la Riserva Borgum Novum che pesca il meglio da ogni zona. Un vino che, sebbene sia un cavallo di battaglia dell’azienda, è ancora oggetto di sperimentazioni di anno in anno. 

Castelfeder produce anche notevoli vini bianchi da Chardonnay (new entry una riserva di famiglia) e Pinot bianco (solo magnum); ed è artefice di un curioso scambio di uve con vignaioli di altre regioni nel progetto “Due Uve”, ma magari di tutto questo parliamo un’altra volta. 

Castelfeder

Alto Adige Pinot Nero Glen 2019

91/100 - € 20,00

100% Pinot Nero. Matura per un anno in piccole botti di rovere. Rubino intenso, con riflessi vivaci. Al naso arriva speziato e teso. Frutta nera amalgamata a note tostate e fumé. Al palato strutturato, il finale è fresco con un principio di balsamicità. Persistenza fumé.  

 

Alto Adige Pinot Nero Mazon 2019

91/100 - € 33,00

100% Pinot Nero. Matura per un anno in piccole botti di rovere. Rubino intenso. Al naso frutta gialla dolce e fiori secchi. Pieno e potente il sorso, intenso il finale. Chiude elegantemente con note di arancia amara. 

 

AltoAdige Pinot Nero Buchholz 2020

88/100 - € 20,00

100% Pinot Nero. Matura per un anno in piccole botti di rovere. Rubino scarico. Naso con qualche accenno polveroso poi balsamico e con accenni ai fiori freschi. Veloce al palato è sapido, dal gusto secco ma fresco. 

Prodotti Correlati





Editoriale della Settimana

Eventi

Maggio 2024
Do Lu Ma Me Gi Ve Sa
·
·
·
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
·

Newsletter

Iscriviti alla Newsletter "DoctorWine" per ricevere aggiornamenti ed essere sempre informato.

CANALE YOUTUBE

I NOSTRI CANALI SOCIAL