La Sibilla: la cantina tra due mari

di Antonella Amodio 24/03/21
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La Sibilla Vigneto Castello Aragonese Baia

In un regno di biodiversità, la famiglia Di Meo lavora per il recupero di uve biotipi locali.

Quante volte vi è capitato di visitare una cantina posizionata su una lingua di terra tra due mari? Personalmente poche, pochissime volte. 

La cantina La Sibilla gode di questa caratteristica, che se fossimo in Francia si direbbe “chante entre deux mers”, parafrasando l’espressione usata per identificare la zona di Bordeuax, delimitata non da due mari, ma da due fiumi, la Garonna e la Dordogna che formano i confini settentrionale e meridionale della denominazione. 

Luoghi magici, che nel nostro caso trovano corrispondenza nel territorio dei Campi Flegrei, caratterizzato dall’allineamento di sette vulcani disposti su un unico asse e che è terra di miti e leggende, dietro i quali si nascondono affascinanti segreti. L’antro della Sibilla ne è un esempio. 

La famiglia Di Meo, viticoltori da cinque generazioni, vive a Bacoli, in quella striscia di terra vulcanica dove si scorgono, tra i vigneti terrazzati, tracce di cenere e lapilli e la presenza di tufo giallo. Territorio che gode delle brezze del Golfo di Napoli e, dall’altro lato, delle temperature del lago Fusaro, identificato nell’antichità come “Acherusia palus”, la palude infernale formata dal fiume Acheronte. 

Provate a immaginare il tipo di clima di Bacoli, dove si risente comunque dell’attività vulcanica della Solfatara, è difficile che faccia freddo e le precipitazioni sono relativamente modeste. Inoltre – quel che più conta – siamo in presenza di un immenso patrimonio di biodiversità di specie vegetali - appenniniche per la presenza della flora mesofìla e mediterranee – che prospera grazie all’eccezionale fertilità del terreno. 

Tali valori materiali e immateriali, inscindibili tra loro, trovano terreno fertile alla cantina La Sibilla, dove tutto questo patrimonio è tutelato e salvaguardato. La continua ricerca delle potenzialità ancora inespresse dei vitigni locali è il focus della famiglia Di Meo: Vincenzo, l’enologo, ne fa un punto cardine della produzione dei vini ottenuti nei dieci ettari di fazzoletti vitati a viti centenarie, definibili “museo vegetale”. 

A La Sibilla, è stato anche avviato il recupero di uve biotipi locali, quali a livella, a surcella e a marsigliese, che affiancano le uve tipiche falanghina e piedirosso, con l’obiettivo di rendere sempre di più protagoniste la territorialità e la tipicità, come ambasciatrici del luogo. Infatti è forte l’identità nei vini de La Sibilla, che anche solo all’olfatto riportano ai Campi Flegrei, mentre all’assaggio evidenziano la ricerca dell’equilibrio e della perfezione, che di anno in anno emerge sempre di più nel prodotto. 

Non parlerò delle ultime annate prodotte (lo leggerete nella Guida Essenziale ai Vini d’Italia 2022), bensì di qualche vino di annata vecchia che dimostra appunto la longevità del vino. 

Campi Flegrei Cruna del Lago 2008 

95/100 - € 18,00

Da uve falanghina provenienti da vigneti di 60 anni. Matura sui lieviti per 6 mesi. Giallo paglia con unghia dorata. Olfatto ampio con in primo piano la macchia mediterranea e la sfumatura affumicata. Poi buccia di agrumi, humus ed erbe aromatiche secche. Bocca molto tesa con acidità evidente e tocco sapido che richiama il sorso. Finale lungo, disteso e persistente.


Campi Flegrei Cruna del Lago 2011

96/100 - € 18,00

Da uve falanghina provenienti da vigneti di 60 anni. Matura sui lieviti per 6 mesi. Giallo dorato. Naso di frutta gialla tra cui l’albicocca disidratata. Poi emergono sfumature di erbe aromatiche, il limone candito, l’alloro e lo iodio. Bocca molto tesa, corpo elegante ed agile. La chiusura lunghissima regala una nota di resina da pino. 


Campi Flegrei Cruna del Lago 2016

95/100 - € 18,00

Da uve falanghina provenienti da vigneti di 60 anni. Matura sui lieviti per 6 mesi. Giallo paglierino con riflessi dorati. Note di agrumi di lime e cedro, poi pietra focaia e radice di zenzero. Al gusto ha sferzante freschezza, sapidità ed equilibrio. Chiusura lunga e persistente.

 


Vigna Madre 2013 

94/100 - € 18,00

Da uve piedirosso proveniente da una vigna di circa 90 anni, coltivata a piede franco. Rimane sui lieviti per 5 mesi. Rosso rubino con unghia granato. Ampio spettro aromatico di ribes, arancia rossa, cenere e tocchi mentolati. Sapore fine, con freschezza da vendere e tannini integrati. Agile, sottile e persistente. 

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