Dedicato a Italo Zingarelli e a Trinità

Per i cinquant’anni (abbondanti per via del Covid) dall’uscita dei famosi film Lo chiamavano Trinità (1970) e Continuavano a chiamarlo Trinità (1971), Rocca delle Macìe ha fatto grandi festeggiamenti e lanciato una Gran Selezione dedicata. 

Chi non ha mai visto il film Lo chiamavano Trinità alzi la mano. Non è solo una parodia dei film western che fino agli anni Settanta imperversavano nei cinema di tutto il mondo, ma una via ironica e spensierata agli spaghetti western, che già di per sé erano un’interpretazione tutta italiana del genere. Un film che a suo modo ha fatto epoca, un vero cult movie. Ha avuto anche il merito di lanciare, oltre a uno stile, quella che è diventata una coppia inossidabile del cinema italiano, Bud Spencer e Terence Hill. Uscì nel 1970 grazie all’intuito di Italo Zingarelli, produttore cinematografico, regista e sceneggiatore, che intuì le potenzialità di quel copione e trovò i giusti interpreti, magistralmente diretti poi dal regista Enzo Barboni, con lo pseudonimo E.B. Clucher.

Non tutti sanno, però, che quello stesso Zingarelli è stato anche il fondatore dell’azienda chiantigiana Rocca delle Macìe e proprio per festeggiare i 50 anni dall’uscita del film (con il comprensibile ritardo dovuto alla pandemia) Sergio Zingarelli, il figlio di Italo alla guida dell’azienda, insieme ai fratelli Sandra e Fabio, ha deciso di lanciare un vino dedicato all’evento: il Chianti Classico Gran Selezione Lo chiamavano Trinità 2016 tirato in sole 1970 Magnum (per sottolineare l’anno di uscita del film). La provenienza delle uve Sangiovese con le quali è prodotto il vino è dalle prime tenute acquistate da Italo nel 1973, Le Macìe e Sant’Alfonzo, nella zona di Castellina in Chianti.

Non essendo riuscita a partecipare alle varie serate organizzate dalla famiglia Zingarelli per il tributo al film, al padre Italo e per il lancio di questo nuovo vino, ho posto rimedio di recente, avendolo assaggiato nell’ambito di VinoVip Cortina, la bellissima manifestazione organizzata da Civiltà del Bere e che vede riunito proprio a Cortina il Gotha della produzione vinicola nazionale. La famiglia Zingarelli, che ha provveduto al restauro delle pellicole - in collaborazione con la Cineteca di Bologna - non solo del primo Lo chiamavano Trinità, ma anche del fortunatissimo sequel (rimane il film più visto nella storia del Cinema italiano) Continuavano a chiamarlo Trinità, uscito l’anno dopo, ne ha proposto la proiezione nella serata della manifestazione.

Anche a questa seconda pellicola è stata dedicata una Gran Selezione, ovviamente in 1971 Magnum.

Rocca delle Macìe
Chianti Classico Gran Selezione Lo chiamavano Trinità 2016

98/100 - € 200, solo 1970 Magnum

100% Sangiovese. Matura in botti di rovere francese da 25-35 hl per circa due anni.  Rubino deciso. Fruttato intenso al naso, con more, amarene e visciole, floreale di viola, cenni speziati, una sfumatura di polvere da sparo (sarà la suggestione del film?). Bocca densa ed equilibrata da una buona spalla acida, succosa e vibrante, di piacevolissima beva e finale molto persistente. Davvero un grande vino.

Rocca delle Macìe in pillole:

Estensione: circa 500 ettari
Ettari vitati: oltre 200
Oliveti: 25 ettari
Tenute di proprietà: Le Macìe, Sant’Alfonso, la Riserva di Fizzano e le Tavolelle nel Chianti Classico, Campomaccione e Casa Maria in Maremma nella zona del Morellino di Scansano. 
Bottiglie prodotte: 2.7 milioni di bottiglie all’anno. 
Giro d’affari: circa 20 milioni di euro (70% estero).

PER GLI ENOTURISTI:
Ospitalità: nei borghi medioevali di proprietà Le Macìe, Riserva di Fizzano e il Torrione restaurati dall’architetto Fabio Zingarelli e la moglie Lucia. 
Ristorazione: Osteria gourmet Passo dopo Passo, con lo chef stellato Maurizio Bardotti.

PER I CINETURISTI:
Piccolo Museo Galleria Trinità: i cimeli dei set, memorabilia e foto di scena inedite.

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