Scacciadiavoli acquista il marchio Marie Clugny

di Francesca Granelli 10/11/23
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Marie Clugny vigneti

Con l’acquisizione del marchio Marie Clugny, Scacciadiavoli entra a pieno titolo nel mercato Champagne e presenta la produzione dei primi 4 Champagne “all’italiana”.

È un sogno che si realizza quello presentato dai Pambuffetti. Non solo per una propria passione nei confronti della bolla francese e della Francia in generale, come non condividere tale fascinazione, ma piuttosto perché è l’inizio del capitolo dedicato ai giovani titolari della Scacciadiavoli

Chi conosce Scacciadiavoli sa che dietro all’imponente cancello che apre nell’ampio cortile dominato dall’ingegneria architettonica di fine ‘800 della cantina del principe ingegnere Ugo Boncompagni Ludovisi, si nasconde, e nemmeno troppo, una piccola officina di idee.

Provare a riassumere 70 anni di storia non è cosa semplice. La famiglia Pambuffetti arrivò al “cantinone” negli anni 50. Il progetto spumantistico iniziò con Amilcare, il quale in tempi non sospetti imbottigliò (a Montefalco!) un metodo classico di Sagrantino replicando con il rosé qualche anno dopo. Era il 2005 e dopo 18 anni, il 20 giugno 2023, ecco che arriva lo Champagne grazie all’acquisizione definitiva del marchio Marie Clugny. Sono attualmente 4 le etichette francesi prodotte per un totale di 6mila bottiglie. Si tratta di due Blanc de Blanc, un Blanc de Noir e un Brut da Chardonnay e Pinot Nero, tutte annate 2020. 

Nel lato francese ci sono 8 ettari di vigneto, proprietà di una giovane generazione di donne viticoltrici, che andranno costituire i vini di Marie Clugny. Questi vigneti si trovano nella Côte de Blanc e nella Vallée de La Marne, nei Grand cru di Chouilly, Oiry e Cramant e Première Cru di Mareuil sur Aÿ, dove si trovano alcuni tra i migliori interpreti di Champagne. Nei terreni si stratifica il gesso Campaniano, risalente al Cretaceo, affiorano fossili e alghe, e nel tempo si è formato lo strato calcareo-gessoso che dà carattere agli Champagne. Grazie al suo profilo idrofilo e termoregolatore è anche un valido alleato per la salute dei vigneti. 

Ad occuparsi della produzione da quest’anno sarà il team umbro, affiancato da Stefano Chioccioli, l’enologo che segue da tempo la cantina. Il lavoro enologico curato dal know-how italiano in questa prima collezione ha implicato la parte finale della produzione, assai importante quella della scelta della liqueur, e delle future produzioni ancora non si svela alcun segreto. La vinificazione avviene a grappolo intero con pressa verticale. Si effettua una sola estrazione di mosto fiore ottenendo, come indicato dal Comité Champagne, 20,50 ettolitri di mosto da 4.000 kg di uva. I cru vengono lavorati separatamente per conservare la tracciabilità.

Nel frattempo non è da meno la produzione umbra delle bollicine. Le due versioni, brut e rosé metodo classico da uve Sagrantino, la prima in assemblaggio e la seconda in purezza, continuano ad alimentare un mercato ormai consolidato. Un mercato chiaramente diverso da quello delle sorelle francesi, che si posizionano in testa alla classifica “prezzo di uscita”, con un range che va dai 50 ai 60 euro. D'altronde in Champagne 1 ettaro di vigneto costa 2 milioni di euro e con un’uva a 9 euro al chilo la sola base spumante viene a costare 12-13 euro al litro. Facendo lo stesso calcolo con il Sagrantino a Montefalco dovremmo sborsare 80 mila euro per 1 ettaro e le uve (al 2020, secondo Unioncamere) sono quotate a 180 euro al quintale. Qualcosa abbiamo da imparare dagli amici francesi. 

Interessante sarà seguire la strategia commerciale e comunicativa che girerà attorno a Marie Clugny, della quale ancora si ignorano le origini. Sarà lei, reale o immaginaria che sia, l’ambassador del brand, la protagonista della storia che ho appena iniziato a raccontare, pronta a bere Champagne chaque jour e che ha già lasciato la sua traccia rossa, come il colore che prevale nel suo marchio, nella collina di Montefalco. 

Nei 40 ettari vitati della cantina però si producono anche i vini tipici della zona. Le due Doc che insistono sul territorio sono Montefalco e Spoleto e la Docg Sagrantino, per un totale di 270 mila bottiglie. 

Sarà dunque la madame Clugny di rosso vestita a chasser les démons? C’è solo da scegliere con quale bollicina iniziare per quest’anno. 

Gli Champagne di Marie Clugny Collezione 2023, che corrisponde alla vendemmia 2020 ma sono non-vintage (cioè senza riportare l’annata), che ci sono piaciuti di più sono questi due, clicca sul nome per aprire la scheda:

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