Nicolas Maillart, l’ingegnere della Champagne

di Chiara Giovoni 31/03/17
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Nicolas Maillart, l'ingegnere della Champagne

Viticultore, enologo, ingegnere agronomo, globe-trotter ma soprattutto erede di una famiglia che dal 1753 è sulle terre della Montagne di Reims a coltivare la vite, Nicolas Maillart, rappresenta la nona generazione della piccola cantina situata ad Ecueil, al centro della Montagne de Reims. Un villaggio classificato 1er Cru come Villers-Allerand, dove si trovano gran parte delle vigne da cui provengono le uve utilizzate per la produzione delle diverse cuvée fatta eccezione per il Pinot Noir Grand Cru di Bouzy.

Nicolas Maillart ha lavorato duramente per introdurre piccole grandi innovazioni in un sistema tradizionale che ha 3 secoli di memoria, da quando nel 2003 - a soli 26 anni - ha deciso di vinificare in proprio gli 8,5 ettari di proprietà e di non conferire più le uve alla cooperativa locale. Oggi ha in gestione ben 16 ettari negli stessi 3 villaggi, tre terroir molto diversi per suoli ed esposizione, ma che sono la fonte degli ingredienti per creare complessità nelle cuvée.


Prima di tornare a gestire la proprietà di famiglia, Nicolas dopo gli studi a Bordeaux ha viaggiato e lavorato all'estero, specialmente negli Stati Uniti, per approfondire a livello accademico le implicazioni delle scelte del portinnesto, ma con l’idea di tornare a valorizzare l’enorme potenziale del terroir del vigneto di famiglia. In cantina utilizza la pressatura soffice con 2 presse di 4000 kg e vinificazione sia in acciaio inox che in piccole botti di rovere (ce ne sono ben 150 provenienti dalla borgogna), specialmente per i vini di riserva che effettuano un parziale invecchiamento in legno per raggiungere maggiore complessità.

Dal 2009 Nicolas Maillart ha investito molto per seguire un’ideale di enologia eco-sostenibile e, per rispettare al meglio l’ambiente, ha attrezzato la cantina con 130 mq di pannelli fotovoltaici, da cui ottiene circa il 90% del proprio fabbisogno energetico. In questo modo hanno ridotto molto la carbon footprint ovvero l’indice che nelle cantine indica le emissioni di gas attribuibili a un’azienda. Accanto a questo percorso, ha ottenuto l’etichettatura HVE (high environmental value) per la viticultura sostenibile, un approccio che guarda al futuro, superando le conoscenze consolidate, e imparando ad aspettare la Natura, per lasciare anche lui un’eredità ai suoi successori.

Oltre al pinot noir, che ha un ruolo predominante con un 75% del totale delle vigne, Nicolas ha una passione particolare per lo chardonnay a cui ha dedicato una cuvée Blanc de Blancs ottenuta dalle parcelle di vecchie vigne, lo Champagne Les Chaillots Gillis Premier Cru.

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